Non ha fatto nemmeno in tempo ad accomodarsi sulla poltrona di CEO dell’azienda, che Larry Page è stato subito chiamato in causa per una delle più spinose questioni riguardanti i servizi offerti da Google: la privacy. È l’organizzazione Consumer Watchdog, con una lettera aperta pubblicata sul proprio sito ufficiale, a chiedere che l’uomo simbolo di bigG supporti in prima persona l’introduzione di un sistema Do Not Track a tutela dei navigatori, per dare un segnale importante sulla direzione intrapresa dalla società.
In California si discute proprio in questi giorni l’introduzione della normativa SB 761, promossa dal senatore Allen Lowenthal, studiata per consentire agli utenti di esercitare il proprio diritto a non essere tracciati durante la loro attività online, pratica oggi ampiamente utilizzata dagli operatori del Web per immagazzinare e talvolta cedere a terzi, previo pagamento, informazioni riguardanti gusti e abitudini dei potenziali acquirenti. Alcuni estratti dalla lettera recitano:
Ci auguriamo che l’impegno del nuovo CEO sia finalizzato a garantire nuovi diritti a tutela della privacy per i navigatori, così da dimostrare che libertà d’informazione e salvaguardia dei dati personali non sono due concetti incompatibili.
Gran parte delle dinamiche che regolano il business online sono oggi invasive o fanno uso di strumenti per il tracciamento dell’attività dei consumatori, senza che a loro venga offerta la possibilità di esercitare alcun controllo. Questo non dovrebbe essere il modello adottato da un’azienda il cui motto è “Don’t Be Evil”.
La legislazione Do Not Track offrirebbe ai navigatori un ottimo strumento di protezione e controllo, andando a consolidare la loro fiducia nella Rete. A conti fatti, sarebbe una soluzione conveniente per entrambe le parti.
Recenti sondaggi mostrano che circa l’80% dei cittadini americani interpellati supportano l’iniziativa. Dal canto suo, Consumer Watchdog non ha mai negato che la normativa non servirebbe a risolvere definitivamente le problematiche legate alla tutela della privacy online, ma costituirebbe comunque un significativo passo in avanti rispetto alla situazione attuale. E per Larry Page sarebbe pertanto questo un gesto simbolico di grande significato.