Opera, Mozilla, Apple, Macromedia, Sun Microsystems: questo fronte esteso di aziende, chiuse sul settore browser dall’egemonia di Internet Explorer, si coalizza ed apre un progetto comune mirato ad offrire all’utenza un’esperienza Internet più ricca e più sicura.
Il progetto pone le sue basi nel Netscape Plugin Application Program Interface (NPAPI) con l’intenzione di estendere gli standard aperti del web con nuovi plug-in migliorativi. Le cinque aziende interessate rivestono ruoli cruciali nella navigazione nel web in quanto rappresentano il fronte browser (Opera, Firefox, Safari) ed il fronte plug-in (Flash, Java), il tutto con l’esclusione di un Internet Explorer che finora, forte del frazionamento della concorrenza, ha fatto il bello e il cattivo tempo dettando le regole della competizione.
Mitchell Baker, presidente della Mozilla Foundation, saluta con favore l’ufficializzazione dell’accordo sottolineando l’importanza dei plugin come fattore imprescindibile della navigazione e, nel contempo, fattore necessitante di costante rivisitazione ed innovamento. Il tutto verrà eretto su principi open source e costituirà l’alter ego delle corrispettive ActiveX di Microsoft.
Il fronte anti-Explorer non si è dunque fatto attendere ed ha colto al balzo l’occasione offerta dal negativo momento del browser di Redmond: alcune falle prive di patch sono state colpite da pericolosi exploit e lo stesso U.S. Government’s Computer Emergency Readiness Team (US-CERT) ha sconsigliato l’uso di IE. Nulla è dato a sapersi circa le prossime evoluzioni di Explorer, previste comunque in un futuro non certo prossimo e sicuramente legate all’uscita di Longhorn.