Dopo il provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali, vige in Italia una normativa precisa sui cookies e l’informazione che si deve agli utenti dei siti internet. Un passo fondamentale che interviene nel settore della pubblicità, del commercio elettronico, della comunicazione in generale. Stando agli ultimi sondaggi però molti italiani ancora ignorano questi diritti e non leggono le informative.
La Cookie Law entrerà in vigore a partire dal 3 giugno 2015.
Consapevolezza e sensibilità al tema della privacy da un lato, poca attenzione alle note informative, soprattutto a causa della lunghezza, dall’altro: quella che emerge dall’indagine – commissionata dalle associazioni promotrici e condotta da Doxa – è una situazione che meritava un approfondimento e un incoraggiamento, venuti dall’incontro tenutosi a Roma tra il garante Antonello Soro, Fabrizio Vigo, presidente DMA, Claudio Giua, Consigliere Fedoweb – direttore Sviluppo e Innovazione del Gruppo Editoriale l’Espresso, Daniele Sesini, direttore generale IAB Italia, Roberto Liscia, presidente di Netcomm, Cinzia Gaeta, presidente della Commissione Giuridica UPA – General Counsel Southern Europe Procter & Gamble. L’occasione è stata la presentazione di un kit di implementazione (pdf) per le aziende che vogliono adottare al meglio la nuova policy sui mattoncini di informazioni che corrono tra browser e server. Bisogna infatti applicarla correttamente entro il 2 giugno di quest’anno.
A cosa serve il kit
Il kit, elaborato sulla base delle misure prescritte dal Garante della Privacy e degli approfondimenti svolti nell’ambito di un apposito lavoro costituito dall’authority, permetterà sia di potenziare i diritti degli utenti sia di salvaguardare le possibilità di svolgimento delle attività economiche responsabili basate proprio sull’utilizzo dei cookies. In particolare, il kit è stato promosso dalle associazioni che rappresentano editori online siti di ecommerce, operatori online e data driven advertising, investitori pubblicitari, in rappresentanza di circa 1.000 aziende associate.
Le pagine sulla policy hanno il merito di essere piuttosto chiare sugli obblighi e gli ambiti di questa cookie law. Si descrive cosa spetta ai gestori del sito, ai titolari, quali tecnologie utilizzare nei confronti degli utenti (la doppia informativa, i cookie tecnici e quelli di profilazione, i banner dinamici), e si spiega bene cosa devono per forza contenere le informative e cosa non si può fare al primo contatto del visitatore a un sito prima che le legga. Interessante anche il chiarimento su cosa si intenda per cookie di profilazione. Secondo il kit, controfirmato dalle associazioni, per cookie si intende:
- Cookie di profilazione pubblicitaria di prima o terza parte;
- Cookie di retargeting;
- Cookie di social network;
- Cookie di statistica gestiti completamente dalle terze parti.
Il kit dovrebbe servire a semplificare la vita di aziende e utenti, a dimostrazione di come in effetti qualche problema c’era e rimane per poter affermare di essere entrati nell’era del consenso informato, sul quale gli italiani mostrano peraltro un atteggiamento positivo: secondo la Doxa, una percentuale tra il 70 e il 90% del campione rappresentativo della sua indagine mostra una diffusa e consistente consapevolezza che il consenso all’utilizzo di alcuni dati personali (di contatto, socio-demografici, sugli stili di consumo) permette di ricevere proposte commerciali, editoriali, di entertainment vantaggiose economicamente, di migliore qualità e più in linea con i propri interessi. Conta però saperlo e leggere informative brevi e chiare.
Per Antonello Soro, la questione è solo questa:
Chi naviga online deve poter decidere in maniera libera e consapevole se far usare o no le informazioni raccolte sui siti visitati per ricevere pubblicità mirata.
Teoricamente, il kit dovrebbe anche sostenere gli operatori di mercati in costante crescita come l’online advertising e l’ecommerce, che insieme valgono in Italia almeno 17 miliardi di euro.