Nell’audizione al Senato di Corrado Calabrò nel quale il Presidente AGCOM ha fatto il punto circa la bozza di regolamento sulla tutela del copyright online (intervento che ha scatenato le immediate proteste di Confindustria Cultura Italia), spunta una novità interessante nel quadro del dibattito fin qui consumatosi. Il Governo, infatti, sarebbe pronto a scendere in campo direttamente sul tema, prendendo in mano la situazione per evitare che l’AGCOM debba farsi carico della questione senza riceverne la necessaria legittimazione da tutte le parti in causa.
Legittimazione che, peraltro, l’AGCOM sente propria. Corrado Calabrò è chiaro in tal senso e spiega con insistenza che un intervento sul tema è giusto e doveroso: «Perché riteniamo di avere un mandato dalla legge. E le leggi vanno applicate, non eluse nascondendo la testa sotto la sabbia per pusillanimità. Credo che l’Istituzione davanti alla quale sto parlando non possa che essere d’accordo». Calabrò ricorda inoltre il parere autorevole di Valerio Onida (smentendo peraltro di averlo mai richiesto direttamente) e si rammarica per non aver mai ricevuto un appoggio chiarificatore da parte del Parlamento.
Ora però qualcosa potrebbe cambiare.
Ne parla Corrado Calabrò in chiusura: «Il nostro compito, intanto, è quello di applicare le leggi vigenti. Ci rafforza in tale convincimento la norma di legge predisposta dalla Presidenza del Consiglio che ribadisce la legittimazione dell’AGCOM e ne definisce meglio la competenza e i poteri nella materia del diritto d’autore. Attenderemo che tale norma veda la luce prima di adottare il regolamento predisposto». Proposta della quale, fino ad ora, non si aveva mai avuta notizia.
Il colpo di mano potrebbe provenire pertanto direttamente dalla Presidenza del Consiglio, la quale andrebbe a porre la parola “fine” a tutte le polemiche confermando gli assunti portati avanti dall’AGCOM nel proprio percorso. Nell’intervento al Senato Calabrò ha sottolineato l’intervento dell’antitrust contro Private Outlet, ed ha inoltre voluto rassicurare gli Internet Service Provider, ribadendo il fatto che non si intende rincarare le loro responsabilità pur richiamando all’ordine il settore di fronte agli obblighi di legge:
Attenzione ai travisamenti! Lo schema di regolamento AGCOM non richiede agli ISP alcuna verifica preventiva, nessun filtraggio, come ribadiscono recenti sentenze; gli ISP continuano a rimanere non editori ma, una volta accertata a seguito di un procedimento una violazione delle norme in materia di tutela del diritto d’autore, ad essi può essere chiesto di non trasportare più quei contenuti. L’ordine può essere impartito tanto dal giudice quanto dall’AGCOM. Una volta reso edotto dell’illiceità dei contenuti trasportati, la mancata rimozione ex post da parte del provider determina una responsabilità nella contraffazione dei diritti di proprietà intellettuale e, come tale, sanzionabile. La responsabilità dovrà pertanto essere ripartita fra i diversi soggetti in ragione del grado di consapevolezza e volontarietà della condotta posta in essere.
Confindustria Cultura Italia ha bocciato l’approccio AGCOM palesando pieno sconcerto per l’ennesimo rinvio ufficializzato. L’Authority sembra però voler arrivare all’obiettivo senza ulteriori scontri e polemiche: ci penserà la Presidenza del Consiglio, con un intervento che a questo punto si fa decisivo e fondamentale per le sorti dell’istituto del copyright nel nostro paese.