La Luna, la miniera d'oro tecnologica dell'umanità

Scopriamo insieme come si sono evolute alcune tecnologie con la conquista della Luna, e le scoperte successive al primo allunaggio.
La Luna, la miniera d'oro tecnologica dell'umanità
Scopriamo insieme come si sono evolute alcune tecnologie con la conquista della Luna, e le scoperte successive al primo allunaggio.

Nei prossimi anni la Luna sarà la destinazione di decine di nuove missioni spaziali, meta ambita da governi e privati non solo per una questione di prestigio o per interessi geopolitici, ma anche per le tante scoperte scientifiche che potrebbero derivare dalle varie operazioni orbitali, con tutte le conseguenze positive, anche economiche, sulla tecnologia dei Paesi o dei gruppi industriali coinvolti. Per farvi un’idea di quanto stiamo dicendo, facciamo un breve tuffo nel passato ricordando i benefici ottenuti dall’umanità dalle missioni precedenti.

La conquista della Luna per l’evoluzione della scienza

Per rendersi conto dell’impatto che gli esperimenti potrebbero produrre nell’arco dei prossimi dieci anni, basterebbe infatti voltarsi indietro: sono almeno 30mila, difatti, le tipologie di oggetti messi a punto negli anni in cui si è sviluppato ad esempio il programma Apollo. Categorie di merci legate più o meno direttamente a quanto si è riuscito a scoprire nel corso dell’epopea o anche semplicemente nelle fasi di sviluppo e preparazione, spingendo i confini della ricerca sempre un passo oltre.

Oggetti che nel corso dei decenni sono diventati quotidiani se non familiari. Basti pensare al prodigioso materiale Goretex, in gran parte ormai superato da altri tipi di tessuti eppure ancora molto utilizzato per gli indumenti più resistenti o per le basse temperature.

E ancora: le soluzioni più fantasiose come il velcro al posto dei bottoni e delle chiusure lampo, le gomme da masticare al fluoro o il rivestimento in teflon – materiale spesso finito sotto accusa per la presunta cancerogenicità, a dire il vero – che oggi troviamo nelle pentole e padelle antiaderenti. Un fronte su tutti: la spinta ricevuta dalle tecnologie legate ai circuiti elettronici miniaturizzati, in gran parte ispirate e legate ai computer di bordo utilizzati sia nei moduli di comando che in quelli lunari.

Luna

Luna

L’importanza della sperimentazione

L’Apollo Guidance Computer, il cervellone che orchestrò le manovre dell’uno e dell’altro, fu il primo a utilizzare i circuiti integrati. Quelli della Fairchild Semiconductors, ideati da quel Robert Noyce che avrebbe fondato anche Intel un anno prima dell’allunaggio, erano appunto presenti nel cuore dell’Agc in un sistema messo a punto dall’agenzia spaziale col Mit di Boston. Ma l’elenco sarebbe davvero lungo, a riconferma dell’importanza della sperimentazione in ambienti di microgravità:

dalle protesi di arti, o parti di esse, realizzati con materiali super-resistenti, di solito in fibra di carbonio e compositi, sviluppati per i programmi spaziali, alle celle a combustibile legate addirittura al precedente programma Gemini passando per il più ampio tema dell’automazione, fino a nuovi materiali come l’ultraresistente Cronidur30.

La rassegna potrebbe procedere con i cibi liofilizzati, oggi diffusissimi ovunque, alimenti deidratati a bassa temperatura figli dei pasti per gli astronauti degli anni Sessanta, agli orologi al quarzo fino a una serie di altre soluzioni, oggi utilizzate per i satelliti meteorologici o per le telecomunicazioni, figlie di quell’eroica epopea come di molte altre precedenti o seguenti. E ancora, dagli spettrometri di massa per la chirurgia ai pacemaker per il cuore, dai filtri per potabilizzare l’acqua alle coperte termiche spesso sfruttate in caso di disastri passando per la Tac.

Astronauta

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