Che Steve Jobs ami stupire è risaputo. Che Apple sia un’azienda
più che ermetica sui suoi progetti pure. Il lancio del nuovo iPod
non poteva che rispettare questo copione. La scorsa settimana si erano moltiplicati
i rumors sull’arrivo della quarta generazione del player MP3 della Mela. Si parlava
di fine agosto come data di esordio. Si vociferava su una somiglianza con iPod
Mini. Qualcuno prevedeva versioni colorate. E invece, domenica 18, arriva il nuovo
numero di Newsweek, con Steve Jobs che mostra la nuova creatura dalla copertina
del prestigioso magazine. Tutti spiazzati.
Le principali novità. Una leggera riduzione delle dimensioni
accompagnata da un arrotondamento della linea. La nuova ghiera cliccabile
modellata su quella del Mini che consente una gestione più comoda delle
diverse funzionalità. Un’ottimizzazione dei consumi che dovrebbe
portare la durata della batteria dalle 8 ore attuali a 12. I tagli, per quel che
riguarda la capacità, sono ora due, 20Gb e 40Gb.
Notevole anche la sforbiciata ai prezzi: €349 per il modello da
20Gb, €449 per quello da 40Gb, con un risparmio di circa €100 su entrambi.
Da questa riduzione i manager di Apple si aspettano un’ulteriore incremento nelle
vendite, sia perché si avvicinano il periodo autunnale e quindi quello
natalizio (tradizionalmente favorevoli), sia perché ci si aspetta un’operazione
di ricambio da parte dei primissimi utilizzatori, quelli, per intenderci, che
all’arrivo dell’iPod (ottobre 2001) spesero quasi $500 per l’acquisto di un modello
da 5 o 10Gb. L’upgrade all’ultima versione consentirebbe ai fan della prima ora
di poter godere anche delle diverse migliorie apportate a livello software, come
la possibilità di creare playlist direttamente sull’iPod. L’aver sostanzialmente
bloccato lo sviluppo del software di gestione per i vecchi modelli senza dock
è del resto uno dei maggiori crucci di questa fascia di utenti.
La scelta dei tagli da 20 e 40 Gigabyte, abbinata al calo dei prezzi, è
interessante anche per altri versi. Greg Joswiak, vice presidente della
divisione marketing per i prodotti hardware di Apple, ha dichiarato alla Reuters
che l’azienda non ha in progetto modelli da 60Gb e che intende invece concentrarsi
sul miglioramento di quelli attuali, attuando anche una politica mirata di prezzi
attraenti e vantaggiosi. Probabilmente, con una concorrenza incalzante, si è
preferito combattere sul fronte dei costi piuttosto che su quello della capacità.
In effetti, 60Gb utilizzati solo per stipare collezioni di MP3 sono davvero tanti,
così tanti da risultare per i più poco appetibili o addirittura
inutili. Per potenziali nuovi utenti è certamente più allettante
un prezzo accessibile.
Quello della ricerca di nuovi clienti, d’altro canto, è una questione
impellente e importante anche per l’altro ramo del business musicale di Apple,
quell’iTunes Music Store che la società di Cupertino ha sempre presentato
come un servizio per vendere più iPod e per trarre da lì i veri
profitti. Una sfida ostica, come ha ammesso al New York Times Eddie
Cue, vice presidente per i servizi Internet. Ostica perché ci si scontra
con abitudini poco propense all’acquisto online di beni immateriali, ostica perché
si deve convincere l’acquirente a tornare sul sito e a non usarlo solo per acquisti
mordi e fuggi. iTunes dovrebbe diventare, insomma, una specie di Amazon, un posto
dove oltre che comprare si può sviluppare una sorta di grande community
centrata sulla musica. Sono molti gli osservatori esterni che stanno spingendo
Apple ad andare in questa direzione, a prendere esempio dalle tante iniziative
di socializzazione dell’esperienza musicale nate in Rete negli ultimi mesi. La
risposta di Cupertino è stata per ora iMix, il servizio che consente di
pubblicare su iTunes le proprie compilation personalizzate. Non è molto
ma è già qualcosa.
Intanto, nuovi acquirenti iTunes li dovrebbe guadagnare sul mercato europeo
una volta concluso l’accordo con le etichette indipendenti, finora assenti dagli
store del Vecchio Continente per contrasti sui termini di licenza. Una mancanza
non da poco, se si pensa che tra i gruppi lasciati fuori ci sono top sellers come
Franz Ferdinand e White Stripes. Le ultime indiscrezioni parlano di un contratto
in dirittura d’arrivo.