Covid-19, altri 90 milioni di euro per la didattica digitale

Per l'emergenza Covid-19, il Governo stanzia nuovi fondi per l'acquisto di dispositivi e connessioni per gli studenti meno abbienti.
Covid-19, altri 90 milioni di euro per la didattica digitale
Per l'emergenza Covid-19, il Governo stanzia nuovi fondi per l'acquisto di dispositivi e connessioni per gli studenti meno abbienti.

Per il protrarsi dell’emergenza coronavirus, dallo scorso lunedì è entrato in vigore un nuovo Dpcm che detta nuove regole e applica ulteriori restrizioni agli italiani, per cercare di contenere il contagio da Covid-19. Allo stesso modo, il decreto ha stabilito che le scuole secondarie dovranno adottare delle forme flessibili di insegnamento ricorrendo alla didattica digitale integrata (DDI), per una quota che dovrà essere pari almeno al 75% delle attività.

Per venire incontro alle famiglie che hanno difficoltà ad accedere alla Rete per la mancanza di un computer o di una connessione internet, il Governo ha pensato a un ulteriore stanziamento di fondi per l’acquisto di dispositivi e connessioni, oltre ai bonus PC e Internet già stabiliti che arriveranno nel mese di novembre.

Quasi 90 milioni di euro per l’istruzione a distanza

Le somme, che arriveranno direttamente nelle casse delle scuole, verranno suddivise in relazione al numero di studenti di ogni istituto scolastico e alla situazione socio-economica delle rispettive famiglie. In questo modo anche gli studenti meno abbienti potranno dotarsi di strumenti per la connessione e partecipare alle lezioni a distanza nell’ambito della prevenzione contro il Covid-19. L’obiettivo del Governo è quello, in tempi brevi, di fornire 200 mila nuovi dispositivi in comodato d’uso e almeno 100 mila connessioni utilizzando 85 milioni di euro stanziati con il Decreto Ristori, e ulteriori 3,6 milioni di euro predisposti da un decreto firmato dal Ministero dell’Istruzione.

Isolare il Covid-19

Sono tante le misure che nei vari Paesi si stanno adottando per il contenimento della pandemia. I tamponi e i test sierologici rappresentano uno dei punti cardine perché consentono di tracciare i positivi ed isolarli, ma anche la prevenzione, con il ricorso laddove possibile allo smart working, come nel caso della pubblica amministrazione e di alcuni privati, invitati infatti dal Governo italiano a cambiare approccio di lavoro.

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