Craiglist è nuovamente al centro del tiro incrociato di quanti intravedono nel servizio un comportamento illecito e pericoloso nei confronti degli annunci a sfondo sessuale che ne popolano le pagine. Le pressioni apportate in passato avevano sortito un accordo formale tra il gruppo e le istituzioni, ma ora tutto sembra ripartire da capo e con maggior incisività: 39 procuratori generali hanno infatti firmato una lettera di denuncia contro Craiglist minacciandone le attività e preparando la strada a nuove indagini approfondite.
I procuratori firmatari, guidati dal capofila Richard Blumenthal, denuncia la persistenza di annunci erotici sul sito. Tutto ciò non solo configura un illecito, ma evidenzia inoltre una promessa non mantenuta da parte di Craiglist in seguito a quanto concordato un anno fa. La tensione è forte fin dal 2009, però: «Siamo ben disposti ad accettare le critiche, ma accusare ingiustamente Craiglist di condotta criminale è semplicemente inaccettabile». Le dichiarazioni di allora fanno il paio con quelle odierne: l’accusa nei confronti del procuratore Blumenthal è quella di cercare un capro espiatorio sul quale coltivare le proprie ambizioni, sviluppare la propria carriera ed imporre il proprio nome all’opinione pubblica. La guerra per la moralità delle inserzioni non sarebbe quindi una lotta contro lo sfruttamento della prostituzione, ma una strumentalizzazione populistica di un problema sociale a fini personali: la sfida dialettica è in questa fase ad altissimi livelli.
39 firme, però, son molte e lasciano Craiglist in minoranza in questa battaglia tra le parti finalizzata ad un miglior controllo dei contenuti veicolati tra le liste del sito. Quelli che dovevano essere messaggi relegati ad appositi spazi per adulti, infatti, sembrano essere a tutt’oggi in buona parte inseriti in spazi aperti e facilmente raggiungibili da chiunque. La denuncia sottolinea come tale attività vada a favorire la prostituzione e fomenti quindi lo sfruttamento di donne e bambini.
Craiglist non ci sta, ma i procuratori sembrano voler andare a fondo alla situazione. La documentazione richiesta comprende ogni comunicazione tenuta con gli inserzionisti, ogni procedura di valutazione che ha portato alla rimozione dei contenuti (processo che a suo tempo Craiglist aveva deciso di sottoporre al controllo umano), ogni indicazione relativa alle verifiche telefoniche necessarie per gli annunci di stampo erotico ed altro ancora.
In ballo v’è un mercato da decine di milioni di dollari, qualcosa che per Craiglist potrebbe fare la differenza tra una attività in attivo ed una in passivo. E proprio i proventi rappresentano l’ennesima fonte di accusa per il gruppo: le promesse di un anno fa erano infatti relative ad un impegno formale affinchè i proventi dalle inserzioni per adulti potessero divenire fondi da devolvere in beneficenza. A distanza di mesi, però, di quelle somme non è dato nulla a sapersi ed i procuratori ritengono che Craiglist possa aver disatteso una promessa pubblica tanto significativa.