Craigslist è conosciuto in tutto il mondo per il suo sistema di annunci online, in grado di aiutare ogni mese nel solo territorio americano 40 milioni di persone a trovare comodamente un nuovo appartamento, un nuovo lavoro e molto altro. Nonostante ciò, lo sheriffo di Cook County (Illinois) Thomas Dart, ha dichiarato di aver avviato una causa contro il portale di annunci poiché giudicato come «la più grande fonte per la prostituzione in America».
Negli intento di Dart v’è la volontà di combattere le inserzioni illegali riconducibili a prostituzione, pedofilia e altre attività illecite, presenti in maniera più o meno esplicita all’interno del portale, vero e proprio elemento di pericolo per l’intera comunità. Non è difficile infatti trovare all’interno dei 30 milioni di nuovi annunci che rafforzano ogni mese il database di Craigslist inserzioni ai limiti della legalità, spesso riconducibili a prestazioni sessuali a pagamento e che coinvolgono in taluni casi anche i minori; «è evidente come si tratti di prostituzione», ha dichiarato Dart, «ci sono le immagini che sono pornografiche, ci sono persone che inseriscono dati su quanto si fanno pagare per i diversi servizi e per quanto tempo». Un mondo sommerso in grado secondo Dart di alimentare la piaga della prostituzione e altri fenomeni ad essi riconducibili.
Allo scopo di documentare il fenomeno, sarebbe stato redatto un reclamo di 28 pagine (PDF) al cui interno vengono descritte 21 diverse classificazioni di sesso a pagamento, associate a codici quali “w4m”,”m4m” o “m4”, senza lesinare di porre l’accento sul come Craigslist continui a facilitare la prostituzione minorile, il sequestro di persona e il traffico umano.
Esempio di annuncio erotico su Craiglist (citato dall’accusa)
Dura e determinata la reazione di Craigslist, giunta tempestivamente per mano di un portavoce: «l’uso scorretto di Craigslist per facilitare le attività criminali è inaccettabile e noi continuiamo a lavorare diligentemente per prevenire ciò», ha dichiarato tramite email Susan McTavish, sottolineando inoltre le numerose misure di sicurezza intraprese ultimamente dal portale per combattere l’attività illegale presente al suo interno. Risale al novembre 2008 infatti l’accordo con 40 stati USA per intensificare controlli e provvedimenti sui contenuti del portale, in seguito alle pressioni del sostituto procuratore del Connecticut Richard Blumenthal.
TechDirt, rilanciato da All Things Digital, rigira però la questione: se è così semplice identificare gli annunci su Craiglist, non sarebbe forse più opportuno denunciare i diretti colpevoli piuttosto che non il sito che ne ospita semplicemente gli annunci? Le questione tira in ballo considerazioni differenti ed ulteriori, perché sillogismi di questo tipo sono già stati applicati a Google, eBay, YouTube e quanti altri siti che si son fatti canale attirando in molti casi le ire più sullo strumento che non sull’oggetto vero del contendere.