Craigslist.org, uno dei siti con maggiore traffico della rete (7 miliardi di pagine viste al mese) e dal look meno moderno che si possa immaginare, è uno dei piccoli miracoli della rete.
Craig Newmark ha fondato la lista (come newsletter) nel lontanissimo 1995 attorno a una famosa community di San Francisco (the Well) per far raccontare di eventi e manifestazioni della Bay Area.
La lista ebbe successo e gli utenti crebbero fino a che Craig decise di dare la possibilità a tutti di pubblicare piccoli annunci via web (lavoro, appartamenti, personali), da allora il sito, anziché crescere, è decollato.
Craigslist.org è però molto più anomala di quanto abbiamo già visto: non è commerciale (non ospita pubblicità), è per lo più gratuito e il suo reddito è generato dagli annunci di ricerca del personale in 7 città USA e dagli annunci immobiliari di New York, ha ben 24 dipendenti (non dimenticatevi dei 7 miliardi di pagine viste!), non hanno venture capitalist tra i soci (eBay ha comprato il 25% da uno dei soci della prima ora ma non ha voce in capitolo nella gestione) e il loro dominio è “.org” (per sottolineare il carattere non commerciale dell’iniziativa).
Craiglist insomma sembra l’opposto del Web2.0: non è luccicante, non ha “kool features”, non è basato su Ajax (o su qualche altra tecnologia di moda). Guardando però meglio forse possiamo notare che, Web2.0 o meno, la ricetta per vincere online è la stessa per tutti: contenuti di qualità, community, interazione e una solida base tecnica che permette fluidità di navigazione e di aggiornamento.