CRAM, scarafaggio robot per ricerca e soccorso

CRAM è un piccolo insetto robot che simula l'abilità degli scarafaggi di attraversare velocemente fessure di pochi millimetri, senza subire danni.
CRAM, scarafaggio robot per ricerca e soccorso
CRAM è un piccolo insetto robot che simula l'abilità degli scarafaggi di attraversare velocemente fessure di pochi millimetri, senza subire danni.

Gli scarafaggi possono passare attraverso fessure di pochi millimetri ad una velocità impressionante. Ispirandosi a questa particolare caratteristica, un team di ricercatori della Berkeley University in California ha progettato CRAM, un “robot comprimibile con meccanismi articolati” che potrebbe essere usato in caso di disastri naturali per cercare e soccorrere eventuali sopravvissuti.

Prima di realizzare il robot, i ricercatori dell’università statunitense hanno studiato il modo in cui la blatta americana si muove in spazi ristretti. Questo scarafaggio può attraversare fessure di appena 3 millimetri, schiacciando il corpo verso il basso e ruotando le zampe verso l’esterno. La spinta necessaria alla locomozione viene generata da varie parti del corpo, incluse le spine sensoriali presenti sulle tibie. I test effettuati in laboratorio hanno inoltre dimostrato che l’insetto può resistere ad una forza fino a 900 volte il peso corporeo senza subire danni.

CRAM ha un aspetto simile allo scarafaggio. Sotto un guscio protettivo in plastica ci sono le zampe che si spostano verso l’esterno quando il robot viene schiacciato. Il prototipo è in grado di attraversare fessure pari alla metà della sua altezza. In caso di eventi disastrosi, come un terremoto, è necessario verificare se le macerie sono stabili. Uno sciame di scarafaggi robot potrebbe attraversare crepe, prese d’aria e condotti per individuare sopravvissuti e punti di accesso sicuri per i soccorritori.

L’uso degli scarafaggi come animali “search-and-rescue” non è un’idea nuova. In passato altre università hanno effettuato esperimenti con scarafaggi vivi, impiantando microfoni, videocamere e altri sensori sul loro dorso. Il team della Berkeley University continuerà la ricerca per individuare i materiali più adatti ed, eventualmente, aggiungere altri movimenti al robot, come l’abilità di girare, salire e saltare.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti