Sono dati allarmanti quelli che giungono dall’Unione Europea in merito alle realtà del Web che offrono prestazioni di credito al consumo. Su un campione di 562 siti presi in analisi, oltre il 70% è risultato almeno parzialmente irregolare. Tra quelli italiani, ben 12 su 15 hanno richiesto ulteriori approfondimenti, per far luce sulla completezza delle informazioni fornite ai consumatori prima di firmare un contratto.
29 i paesi interessati dall’operazione (27 membri più Norvegia e Islanda), alcuni dei quali vengono dipinti dall’indagine come veri e propri territori senza regole per quanto riguarda l’erogazione di prestiti personali. Tutti i siti di Spagna, Cipro e Malta, in particolare, sono stati bocciati. Malissimo anche Belgio (95%) e Finlandia (80%), mentre stati come Bulgaria, Islanda, Slovenia, Francia e Portogallo risultano essere più rispettosi delle normative comunitarie.
Quando si chiede un credito, può succedere che alla fine costi più di quanto preventivato inizialmente, a causa dell’imprecisione o addirittura delle mancanza di informazioni importanti da fornire prima di stipulare il contratto.
Questo il commento sulla vicenda di John Dalli, commissario UE per i consumatori, che focalizza l’attenzione sui problemi più diffusi: carenza di informazioni essenziali come il tasso annuo effettivo nella pubblicità (46% dei siti presi in esame), omissione volontaria di dati fondamentali (43%), presentazione fuorviante dei costi e nessun riferimento all’obbligo di un’assicurazione aggiuntiva (20%). Toccherà adesso agli organi europei competenti portare i singoli stati membri a intensificare il controllo sull’attività dei siti operanti nel proprio territorio.