Cresce la musica digitale, anche su tablet e smartphone

Secondo Fimi, il mercato della musica digitale è in crescita, anche in Italia, e si registra una fruizione massiccia dei brani da mobile.
Cresce la musica digitale, anche su tablet e smartphone
Secondo Fimi, il mercato della musica digitale è in crescita, anche in Italia, e si registra una fruizione massiccia dei brani da mobile.

Il settore della musica digitale è in crescita e registra oltre 5 miliardi di dollari di fatturato: è quanto emerge da un’analisi della Fimi, la Federazione dell’Industria Musicale Italiana, che evidenzia come in Italia questo segmento registri un andamento positivo e abbia ottime prospettive di sviluppo, soprattutto sul fronte della fruizione via dispositivi mobile quali smartphone e tablet.

Sono 20 i milioni di brani musicali a disposizione su oltre 500 piattaforme, che consentono al settore della musica digitale di avere una fetta del 32% del mercato a livello globale. Secondo quanto svelato dalla Fimi in base alle ultime rilevazioni effettuate nel mese di febbraio, l’evoluzione della musica digitale:

passerà infatti sempre di più per tablet e smartphone, con una decisa spinta sulla mobilità rispetto all’attuale scenario legato al download da pc. Con ottime prospettive di sviluppo.

Nel 2011, quasi la metà degli utenti italiani in possesso di una connessione ad Internet hanno utilizzato smartphone e tablet per effettuare ricerche online e per scaricare applicazioni e contenuti di vario genere. E più i consumatori si spostano su dispositivi mobile, più cresce la spesa legata alla musica rispetto al consumo “free” che ha contraddistinto il mondo della banda larga. Oggi in Italia sono registrate 95 milioni di SIM per circa 48 milioni di utenti, segnale che conferma come ci si stia spostando sempre maggiormente verso la connessione via mobile.

Saranno dunque proprio gli schermi di telefonini intelligenti e tavolette digitali a diventare il canale primario di fruizione di tracce audio, secondo quanto evidenziato dalla Fimi; emerge inoltre come agli italiani piaccia l’ascolto o la visione dei contenuti in streaming, che utilizzano più spesso rispetto ad americani e inglesi.

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