Cresce l'e-commerce ed aumentano i reclami

Secondo gli ultimi dati, cresce in Italia il numero di consumatori nel commercio online, anche se sono aumentati i casi di reclami
Cresce l'e-commerce ed aumentano i reclami
Secondo gli ultimi dati, cresce in Italia il numero di consumatori nel commercio online, anche se sono aumentati i casi di reclami

Sempre più italiani comprano su Internet. Il commercio elettronico sta finalmente prendendo piede anche in Italia, dove il mercato ha coperto circa 6 miliardi e mezzo di euro nel 2010. L’indagine di E-Commerce condotta dal Centro Europeo Consumatori (Cec) ha mostrato una crescita del 14% rispetto all’anno scorso. Un risultato positivo, che conferma le previsioni, e che si configura come un elemento incoraggiante per le previsioni dell’anno prossimo venturo.

Commercio elettronico significa, principalmente, effettuare operazioni standosene comodamente seduti ed operando da casa: un nuovo modo di fare acquisti che, però, ha anche dei lati negativi. Infatti negli ultimi tempi sono aumentati i reclami relativi alle transazioni online e i casi di conciliazione.

I dati rivelano come i reclami pervenuti al Cec siano stati, tra il 2008 e il 2009, circa 37.000, con una crescita nel secondo anno. I reclami sono soprattutto di tre categorie: problemi relativi alla consegna, al prodotto o al servizio e alle clausole contrattuali. Nei casi di problemi alla consegna si tratta principalmente di mancata consegna (89%), seguono i prodotti difettosi o non conformi all’ordine effettuato.

Secondo le parole del presidente dell’Aicel (Associazione italiana commercio elettronico) Andrea Spedale, l’e-commerce è cresciuto in Europa fino a raggiungere un fatturato di 307 miliardi di euro nel 2009, cifra che potrebbe crescere fino a 350-360 miliardi l’anno prossimo. Ma sebbene le cifre siano interessanti, solo il 12% degli italiani ha acquistato su Internet, contro una media del 42% in Europa.

Una crescita che suggerisce un’attenzione particolare delle associazioni dei consumatori, per verificare la qualità e la certificazione delle aziende e dei prodotti. Come suggerito da Gian Maria Fara, presidente Eurispes, che propone una specie di “bollino blu” per le aziende garantite. Servono nuove leggi, ma in numero contenuto, per regolare l’e-commerce ed occuparsi delle conciliazioni, migliorare l’informazione, monitorare il mercato e formare i gestori dei siti.

L’ultima parola all’Antitrust, secondo cui «L’acquisto online ha tanti vantaggi, come nella biglietteria di aerei e treni, dove però emerge il tema del costo delle commissioni: è importante che sia chiaro, al momento della scelta, qual è il costo complessivo che si sostiene. […] Con la diffusione dell’e-commerce c’è da attendersi una diminuzione delle commissioni. Ove ci fosse un aumento, allora ci potrebbero essere casi di segnalazione all’Autorità».

Il settore è pertanto fermo, ma di fronte sembra aumentare il carico potenziale ancora da esprimere: l’approdo di Amazon nel nostro paese va visto anche sotto questa luce: le opportunità sono enormi ed il comparto ha ancora forti margini di crescita proprio perché soffocato nel recente passato rispetto agli altri paesi membri dell’UE.

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