La prima vendita online in Italia risale al 3 giugno 1998, occasione nella quale il sito Internet Bookshop ha inviato ad un cliente californiano una copia del libro ‘La concessione del telefono’ di Andrea Camilleri, edito da Sellerio. In occasione dei festeggiamenti per i 10 anni dell’e-commerce italiano, il Netcomm E-commerce Forum 2008, evento dedicato al mondo del commercio elettronico, ha presentato una ricerca realizzata da Netcomm (il consorzio dell’e-commerce italiano), Università Bocconi e Gfk Eurisko (società di che si occupa di analisi di mercato). Dallo studio emerge come siano più di cinque milioni gli italiani ad aver effettuato almeno una volta un acquisto online, con una percentuale di utenti soddisfatti molto elevata e vicina al 100%; tuttavia, il commercio elettronico in Italia cresce a ritmi inferiori rispetto agli altri paesi. Colpa di una utenza troppo sospettosa e di una certa riluttanza da parte di molte tipologie di aziende a sfruttare il mezzo telematico per le proprie vendite.
Sono circa 5,2 milioni gli utenti della rete ad aver effettuato almeno una volta nella vita un acquisto online, cifra che scende a 4,5 milioni se si prendono in considerazione gli ultimi 6 mesi e a 2,7 milioni considerando gli ultimi 3 mesi. Il 98% degli acquirenti online si reputa molto soddisfatto degli acquisti effettuati e il 92% è intenzionato a ripetere l’esperienza. Ciò che spinge maggiormente a scegliere i negozi online è la convenienza economica (22%), la comodità del servizio (17%) e la possibilità di poter effettuare l’ordine 24 ore su 24 (11%).
Su 18 milioni di italiani che navigano abitualmente su Internet, solamente un terzo si è avvicinato allo shopping virtuale, una percentuale alquanto ridotta se confrontata ad esempio con la Francia, paese ove il 50% degli utenti della grande rete effettua abitualmente acquisti online. Le motivazioni di tale ritrosia si nascondono all’interno del nostro background culturale: gli italiani sono troppo sospettosi e vedono ancora l’e-commerce con una certa diffidenza, temendo di non ricevere un servizio adeguato o di poter mettere a repentaglio la sicurezza della loro carta di credito.
L’anomalia italiana è comunque bipartita tra utenti e aziende. Sono molti infatti i produttori italiani a non credere nel commercio elettronico e a non mettere quindi le loro merci nelle vetrine virtuali di Internet, e il valore trainante dei portali di vendita viaggi e biglietti ne costituisce la riprova.