L’economia italiana si riprende e in testa alla crescita, come si conviene per un paese civilizzato nel nostro periodo storico, c’è il settore IT. Parlano così i primi dati che arrivano dal rapporto semestrale Assinform.
Si parla, in termini assoluti, di un fatturato totale di 9.921 milioni di euro per il settore IT, e se ci si aggiunge anche quello TLC si va a 31.971 milioni, un +0,8% rispetto allo scorso semestre, nonostante il settore TLC abbia fatto registrato un calo del tasso di crescita dovuto in massima parte al calo dei costi per utente. Il settore IT invece fa registrare tassi di crescita che ispirano il buonumore, un +1,7% rispetto a giugno (contro l’1,1% del primo semestre e lo 0,4% di quello ancora precedente).
Da notare soprattutto il fatto che le cifre e gli aumenti in questione sono stati raggiunti senza che ci siano stati particolari incentivi economici da parte dello stato o offerte particolari o infine momenti tecnologicamente rilevanti.
In particolare la spesa per il software è stata di 4 miliardi di euro, una crescita del 3,4% al 2006 (anno in cui era stata del 2,6%) mentre quella per l’hardware è stata di 7,5 miliardi, in crescita del 2,1%. Infine i servizi IT sono cresciuti dell’1,5%, per un totale di 9,9 miliardi, e a fare molto la differenza (il 22,6% del mercato complessivo) sono state le banche online con i loro pesanti investimenti online (4,8 miliardi di euro) e poi le industrie (21% del mercato) con 4,4 miliardi.
Ad ogni modo secondo Alfredo Gatti di Nextvalue i meriti sono più che altro legati a fattori storici: «questi risultati positivi hanno origine da una serie di fattori endogeni e ciclici della nostra economia…legati a una ripresa degli investimenti da parte delle grandi imprese» e soprattutto «la scommessa ora si gioca sulle piccole imprese che costituiscono l’ossatura dimensionale del nostro sistema economico ma che incidono, sul totale della spesa informatica, solo poco più del 35%» (fonte Reuters).