Il gruppo di Mountain View ha preso una decisione per quanto riguardale applicazioni Android dedicate al mining delle criptovalute: non sono le benvenute sulla piattaforma Play Store. Google ha infatti aggiornato la policy rivolta alla community di sviluppatori per mettere nero su bianco la nuova regola.
Sono invece ammesse le applicazioni per smartphone e tablet utili per gestire l’operazione da remoto. L’obiettivo della misura è ovviamente quello di combattere il diffondersi di codice malevolo nascosto all’interno dei software e potenzialmente in grado di mettere a repentaglio la sicurezza degli utenti, così come i loro dati personali, le credenziali di accesso ai servizi online, le informazioni relative ai metodi di pagamento ecc. Una scelta in linea con quella annunciata nel mese di aprile, che metteva al bando le estensioni distribuite su Chrome Web Store per il browser e destinate alla medesima pratica. Ecco quanto si legge sulle pagine del supporto ufficiale.
Sono vietate le app che consentono il mining di criptovaluta sui dispositivi. Sono consentite le app che gestiscono da remoto il mining di criptovaluta.
Altre modifiche apportate in questi giorni da bigG al regolamento e non inerenti l’ambito delle criptovalute riguardano il ban immediato per le applicazioni che si rivolgono a un pubblico di minori e che contengono immagini, video o altro materiale per adulti (al fine di evitare che si ripeta il caso Elsagate), così come per quelle che si occupano della vendita di esplosivi, armi da fuoco e munizioni. Via anche le app create con il solo scopo di mostrare inserzioni pubblicitarie agli utenti per generare profitto e quelle basate su codice copiato da altri sviluppatori.
L’obiettivo di Google è chiaramente quello di garantire un’esperienza sicura e di qualità all’utenza legata a smartphone o tablet con sistema operativo Android, tutelandone la privacy ed evitando raggiri.