L’economia mondiale non sta passando certamente un buon periodo e i venti di recessioni stanno colpendo tutti i principali mercati. Tutto questo porterà inevitabilmente a ridimensionamenti nei progetti di sviluppo di molte aziende.
A casa nostra, tra i gruppi più colpiti da questa bufera finanziaria troviamo Telecom e Tiscali, in particolare quest’ultima che si è vista più volte sospesa dai listini azionari per eccesso di ribasso.
Ma cosa sta succedendo e soprattutto questi tracolli che cosa comporteranno per il futuro?
A questa domanda probabilmente neanche gli analisti più preparati saprebbero dare una risposta certa, ma possiamo abbozzare qualche scenario facendo forza su alcune notizie che sono trapelate da fonti autoritarie.
Telecom nonostante tutti questi tracolli azionari, dovrebbe riuscire a tenere bene. La Telco, la cordata cioè che a suo tempo aveva rilevato Telecom, ha dichiarato che non ha nessuna intenzione di vendere la sua quota e che anzi, ritiene strategica la sua partecipazione nell’azienda italiana.
E come se non bastasse, la Telecom ha anche dichiarato che è pronta a trovare nuovi fondi per far fronte alla crisi. Insomma Telecom, nonostante stia navigando in acque tempestose intravede all’orizzonte un porto sicuro.
Più controversa la situazione di Tiscali, che negli ultimi giorni ha lasciato sul terreno una buona parte del suo valore azionario.
I problemi principali sono due: l’elevato indebitamento dell’azienda e il fatto che Soru, il fondatore di Tiscali, abbia di recente diminuito la sua quota di partecipazione.
L’azienda è valida ma probabilmente gli investitori rimangono perplessi sulle future strategie aziendali. Con una quotazione così bassa, Tiscali potrebbe anche diventare molto appetibile per un’eventuale acquisizione.
Come sappiamo infatti voci sulla sua cessione ce ne sono state parecchie.
Quel che è certo, è che non sta vivendo un bel momento.
Speriamo sia per Telecom che per Tiscali (e per tutte le aziende nell’occhio del ciclone speculativo) che questo terremoto non porti a qualcosa di più grave.