Crytek: è crisi nera, chiudono gli studi

La software house, autrice della serie sparatutto Crysis, naviga in cattive acque: chiudono gli studi di Budapest, Istanbul, Seoul, Sofia e Shanghai.
Crytek: è crisi nera, chiudono gli studi
La software house, autrice della serie sparatutto Crysis, naviga in cattive acque: chiudono gli studi di Budapest, Istanbul, Seoul, Sofia e Shanghai.

Il contributo offerto da Crytek al mondo videoludico è di indiscutibile importanza: oltre ai titoli della serie sparatutto Crysis e al più recente Robinson: The Journey, la software house è responsabile del motore CryEngine, uno dei più evoluti e performanti dell’intera industria del gaming. Ciò nonostante, il business dell’azienda non è in grado di garantirne la sostenibilità economica.

Da qui la decisione di chiudere la quasi totalità degli studi sparsi per il mondo: stop alle attività negli uffici di Budapest, Istanbul, Seoul, Sofia e Shanghai, mentre quelli di Francoforte e Kiev rimarranno operativi. Si parla di difficoltà a far quadrare i conti, tanto che dall’inizio dell’anno i dipendenti non hanno ricevuto gli stipendi o li hanno ricevuti con forti ritardi, senza ottenere al contempo una spiegazione dai vertici societari. Per cercare di fare chiarezza su quanto sta accadendo interviene il co-fondatore Avni Yerli, mentre sulle pagine del sito ufficiale spunta un comunicato.

Questi cambiamenti sono una parte essenziale degli step che percorreremo in modo da assicurare a Crytek un business sano e sostenibile, per un futuro in cui potremo continuare ad attrarre e sostenere i nostri talenti, fra i migliori del settore.

Una parte del denaro necessario al pagamento degli stipendi potrebbe arrivare dal provider russo Mail.ru, che nel mese di gennaio dovrebbe (stando ad alcune indiscrezioni) acquisire i diritti per la distribuzione del titolo free-to-play Warface e del suo successore. Non è la prima volta che Crytek si trova ad affrontare una situazione di difficoltà: già nel 2014 il gruppo si è visto costretto a cedere lo studio di sviluppo britannico nelle mani di Deep Silver, publisher al lavoro, fra le altre cose, su Metro: Last Light. Nell’occasione, anche lo sviluppo di Homefront: The Revolution fu affidato ad un altro team.

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