L’Italia ha un’immagine di Current Tv fatta tutta di luci e lustrini, di dirette e personaggi, di eventi e di platee interessate. Current Tv ha inaugurato il proprio percorso in Italia in grande stile, raccogliendo l’interesse di tutti attorno alla nuova realtà delle web tv e calamitando le attenzioni della rete attorno al proprio brand ed al proprio fondatore Al Gore. Dagli Stati Uniti, dove Current Tv ha mosso i primi passi, giunge però anche un quadro diverso della situazione, fatto di conti che devono quadrare e di bilanci che rappresentano la fotografia vera dello stato dei fatti.
La realtà di Current Tv è quella di una start up al di fuori dei canoni soliti della piccola azienda che nasce nel garage (come nelle migliori delle favole imprenditoriali statunitensi), ma a suon di milioni la crescita non ha saputo andare oltre le attese dell’esordio. A fine 2007 il gruppo aveva un passivo di 36 milioni di euro ed una cassa con appena 6.1 milioni, il che rappresentava di per sé un debito già pesantemente oneroso. Ma nei primi tre mesi dell’anno la situazione è ulteriormente peggiorata: le entrate sono state al di sotto delle attese (2.5 milioni contro i 2.64 milioni dello stesso trimestre del 2007), il che ha aggravato ulteriormente un bilancio pesantemente penalizzato dai costi che poco per volta stanno affossando il salvadanaio aziendale.
L’ipotesi più credibile fino a pochi mesi or sono era quella di una quotazione in borsa che portasse nelle casse del gruppo denaro fresco da investire per lanciare definitivamente il progetto. Le grigie sensazioni che attorniano il gruppo in questo inizio 2008, però, non sono certo utili a creare un clima positivo per un approdo vantaggioso a quell’IPO che da più parti si ipotizza stia ormai delineandosi con sempre maggior chiarezza.
Nella documentazione consegnata alla SEC (Securities and Exchange Commission) è presente l’intera storiografia dei debiti accumulati dal gruppo di Al Gore: negli anni 2005, 2006 e 2007 Current Tv ha messo da parte debiti per, rispettivamente, 14.3, 7.6 e 9.9 milioni. Ulteriori 5.7 milioni sono andati in fumo in questo inizio 2008 e Current Media addebita tale sforzo in gran parte al lancio di Current Italia. Nel nostro paese la web tv ha mosso i primi passi da poco ed ora, dopo il grande impatto ottenuto con la presentazione all’Ambra Jovinelli di Roma, occorre guardare oltreoceano per capire come il team intenderà muoversi per invertire la tendenza attuale.
Il documento della SEC è peraltro molto chiaro: Current Tv non si aspetta di passare in terreno positivo, ma si attende piuttosto ulteriori perdite. Le entrate in aumento (+23% nei primi tre mesi dell’anno) non compensano un esoso aumento dei costi ed il tutto rappresenta il maggiore dei problemi del gruppo. In un momento di grande salute per il mondo dell’advertising, infatti, Current Tv non riesce a raccogliere quanto auspicato e gran parte del futuro è ora nelle mani di chi dovrà saper vendere lo share televisivo raccolto (l’accordo con Sky pone in Italia parzialmente al riparo da conseguenze dirette in tal senso) ed il successo catalizzato sul web.
Sono 401 i dipendenti odierni di Current Tv, il più noto dei quali (Al Gore) percepisce poco meno di 500 mila dollari di stipendio e vanta poco più di 400 mila euro di bonus all’attivo. Reuters e Google sono i due gruppi citati tra le partnership siglate (già concordate fino al 2010) mentre al momento gli inserzionisti più importanti sono i vari Toyota, T-Mobile, Johnson & Johnson, General Electric, Geico e L’Oreal (in grado assieme di assommare l’8% degli introiti del gruppo). Current Tv raggiunge ad oggi circa 56 milioni di utenti in tutto il mondo ed in questo computo è già compresa anche Sky Italia.