L’ennesima statistica da mettere al fianco delle altre simili ha dato questa volta ragione a Linux: detenere un sistema operativo Microsoft significa dover sopportare costi maggiori e tale diversità per un’azienda da 250 dipendenti può arrivare a significare una differenza di costo compresa tra il 27% ed il 36% su un periodo di valutazione pari a 3 anni.
La ricerca assume significato soprattutto nell’ottica della campagna “Get the Facts” con cui Microsoft sta tentando di convincere la propria utenza a non effettuare un eccessivamente oneroso cambio di piattaforma. Diverse statistiche più o meno indipendenti hanno già espresso disparate opinioni sul tema del TCO (Total Cost of Ownership) dei due diversi sistemi, e la battaglia di numeri assume sempre più il carattere di una battaglia di marketing più che una reale dimostrazione della realtà.
La ricerca Cybersource consta in un semplice update di una analisi similare effettuata nel 2002 ed i dati odierni confermano quanto già anticipato due anni or sono. I dati emersi dall’ultimo report, secondo quanto dichiarato dall’agenzia, emergono dalla valutazione di aspetti quali « hardware, software, networking, spese di consulenza, accesso a Internet, produttività delle applicazioni desktop» ed altri fattori concorrenti del costo totale di utilizzo della piattaforma.
Con Zymaris, CEO Cybersource, esprime infine un giudizio netto in quanto ai risultati pubblicati e suggerisce la possibilità che tale evidenza possa influire sulla decisioni che varie entità governative stanno soppesando per il supporto informatico della pubblica amministrazione.