Nel libro del 1995 “Essere digitali“, Nicholas Negroponte profetizzava che ciascuno avrebbe potuto realizzare, in futuro, la propria TV personale: “oggi praticamente ci siamo”, scrivono gli autori del primo “Rapporto Netizen 2009” per Altratv.tv (progetto nato a Bologna nel 2004), liberamente scaricabile dal 7 settembre.
“Netizen” sta per “Internet Citizen”: la ricerca riguarda più precisamente la realtà delle “micro Web TV” italiane, di cui Altratv.tv si presenta come “la prima wikipedia”.
Sfogliando le 17 pagine del rapporto si trovano dati interessanti.
Dello scenario delle micro Web TV viene analizzata anzitutto la distribuzione territoriale e il “coefficiente di libertà”, calcolato tenendo conto del rapporto tra il numero dei netizen e la varietà/intensità di programmazione per territorio. Particolarmente attive risultano Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Abruzzo, Lazio, Puglia e Sicilia.
Interessante il fatto che soltanto il 47% delle micro Web TV si sviluppa su territori totalmente coperti dalla banda larga. Meno della metà (il 37%), poi, ha una sede propria dedicata alle redazioni, che del resto sono relativamente “aperte”, tipicamente composte da 1-5 membri (ma possono arrivare fino a 10).
La programmazione offerta è di carattere prevalentemente “comunitario”, cioè riferita alle comunità locali in cui opera la redazione. Un certo peso hanno anche le attività per la valorizzazione del territorio all’estero. Come scrive Giampaolo Colletti in un articolo su “nòva” (3 settembre 2009), il punto debole è quello della “monetizzazione“. In sostanza, mediamente la fetta prevalente delle risorse impiegate (quasi la metà) deriva dall’autofinanziamento dei fondatori delle micro Web TV: altre fonti sono i finanziamenti da parte di Enti pubblici (che danno perciò il loro patrocinio a questi progetti) e di Enti privati, i ricavi pubblicitari (circa il 15%) e le offerte libere degli utenti simpatizzanti. Per quanto riguarda gli Enti pubblici, si sottolinea il fatto che 15 delle 60 micro Web TV intervistate hanno un patrocinio pubblico.
Che ruolo ha il social networking in questo panorama? La ricerca non fa cenni all’implementazione di funzionalità Web 2.0 nei siti delle Web TV e si limita ad evidenziare il fatto (significativo) che Facebook è cruciale per il passaparola e la promozione online dei progetti e dei contenuti.