La notizia circolava nell’aria da ormai settimane. Ning, il più noto portale per realizzare social network, chiude definitivamente il servizio gratuito utilizzato da anni da milioni di navigatori.
Come comunicato sul sito ufficiale di Ning, la nuova dirigenza ha deciso di dismettere ogni rete gratuita, in favore di piani a pagamento che offriranno servizi supplementari ancora più innovativi ed efficaci. Domani è la data prevista per la comunicazione dei nuovi piani a pagamento e delle modalità di chiusura dei network gratuiti esistenti.
Ning dovrebbe lasciare a chi gestisce network sociali realizzati sulla propria piattaforma il tempo necessario per migrare su servizi concorrenti ancora gratuiti, come Sprutz o Grou.ps, i quali hanno già procedure per importare i membri delle community di Ning.
Dal punto di vista del modello di business, il cambio di direzione di Ning lascia però un solco indelebile nella fiducia che i navigatori nutrono su tutti quei servizi, Facebook e YouTube su tutti, che ancora sembrano non dimostrare con certezza un futuro gratuito per queste applicazioni. Così come è plausibile che molti gestori di network di Ning possano passare a un piano a pagamento, cosa accadrebbe se gli amministratori di Facebook decidessero di abolire l’accesso libero al network? E se Google decidesse che pubblicare video su YouTube ha un costo?
La prospettiva di una migrazione di massa da Facebook o YouTube verso servizi concorrenti è semplicemente improponibile, così come risulta alquanto sgradevole pensare di dover pagare per servizi che, fino a oggi, sono stati offerti gratuitamente e sono entrati nelle abitudini dei navigatori.
Il caso di Ning, che se pur non molto noto in Italia negli USA è considerato uno dei più diffusi e validi servizi di social network, fa quindi riflettere il mondo del Web.