Da dove arriva tutto questo spam?

È la domanda che si fanno tutte le vittime delle e-mail spazzatura. Uno studio tenta di rispondere.
Da dove arriva tutto questo spam?
È la domanda che si fanno tutte le vittime delle e-mail spazzatura. Uno studio tenta di rispondere.

Il CDT (Center for Democracy and Technology) ha rilasciato uno studio per rispondere alla domanda che molti navigatori si fanno quando si ritrovano inondati dallo spam: «dove hanno preso il mio indirizzo?».

Principale veicolo di spam si sono rivelati, come era prevedibile, i siti Web: ogni indirizzo pubblicato su un sito può diventare facilmente preda dei robot utilizzati dagli spammer per collezionare indirizzi. Al secondo posto, molto distaccati, si trovano i newsgroup. Ultima causa di spam sono i bombardamenti ai server durante i quali particolari programmi automatici utilizzano ogni possibile combinazione di caratteri per trovare gli account, all’interno di un dominio, ai quali inviare e-mail indesiderate.

Il CDT suggerisce alcuni semplici rimedi per evitare lo spam: innanzitutto, rendere illegibile il proprio indirizzo ai robot, un risultato che può essere ottenuto semplicemente sostituendo alcuni o tutti i caratteri del proprio indirizzo con i corrispettivi caratteri in formato HTML. Ad esempio, l’indirizzo nome@dominio.it può essere trasformato in nome@dominio.com. In aggiunta, il CDT suggerisce di fare molta attenzione quando si fornisce il proprio indirizzo, di dotarsi di più di un account e di evitare username brevi, che sono più facili da indovinare per i programmi automatici.

Lo studio del CDT è stato condotto creando centinaia di indirizzi di posta elettronica ed utilizzandoli ognuno per un solo scopo; dopo sei mesi, i ricercatori hanno verificato quali indirizzi avevano ricevuto più spam e di quale tipo.

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