Da FestaColor a Cinevisor, i proiettori giocattolo

Da FestaColor a Cinevisor, i proiettori giocattolo

A partire dagli anni ’70, prima ancora di un vero e proprio sviluppo del mercato dell’home-video, si diffuse una nuova tipologia di giocattolo (ma realmente funzionante) classificabile come videoproiettori per ragazzi.

Fra i più conosciuti c’è il memorabile FestaColor, largamente pubblicizzato sui numeri di “Topolino” dell’epoca e prodotto dalla Harbert, la stessa ditta che concepì successi commerciali come il Dolce Forno o Mister Muscolo.

Si trattava di un proiettore in plastica alimentato a batterie, capace di proiettare su un qualsiasi fondale strisce di cartone formate da sette diapositive ciascuna. Tali diapositive raccontavano brevi storie, principalmente caratterizzate da personaggi della Walt Disney, e venivano vendute anche separatamente sotto il nome di FestaFilm.

In un breve lasso di tempo, la Harbert propose anche versioni più evolute del FestaColor: passando dal Fonovideo, in grado di riprodurre l’audio, al MiniCinex, proiettore dinamico a manovella funzionante con pellicole da 8mm.

Quasi contemporaneamente, l’azienda concorrente Mupi lanciò Cinevisor, un vero e proprio visore di filmini in formato “Super8” proposto nelle due versioni classica e “Musical”, quest’ultima in grado di riprodurre il sonoro.

Un ulteriore perfezionamento si ebbe con l’uscita del modello Cinevisor & Projector, dotato di telecomando per fermare le immagini e impostare la velocità di proiezione.

Fecero la propria comparsa anche prodotti dal funzionamento analogo, come il Videomatic, prodotto dalla Gioca, o il Telemax della IGC.

Tuttavia, già a partire dai primi anni ’80, tali esemplari scomparvero rapidamente dal mercato, in favore dei più sofisticati apparecchi audiovisivi fruibili in ambito casalingo.

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