Quanto può valere un nome? Se lo sono chiesti i responsabili della rivista Forbes, i quali hanno calcolato (e classificato) i nomi più importanti dell’industria mondiale, valutandone inoltre quantitativamente un vero e proprio valore.
Si parla di “valutazione” e non di “stima” proprio in conseguenza dell’assunto per cui il marchio, sia pur nell’intangibilità di un insieme fatto di nomi, icone e simbologia, costituisce un’entità dal peso strategico determinante. Sulla base del proprio ruolo il marchio (divenuto imprescindibile a partire dall’esplosione della grande distribuzione a metà anni ’80) rientra così nel quadro dei punti di forza dell’azienda al pari dell’organizzazione, delle strutture e delle strategie societarie.
La classifica riflette in qualche modo (sia pur se con corrispondenze non costanti) il peso specifico che le aziende retrostanti il marchio ricoprono sul mercato internazionale, e per questo motivo nel ranking non mancano i grandi nomi dell’industria informatica. Se la classifica è guidata dalla Procter & Gamble (da noi conosciuta soprattutto per i pannolini Pampers), il cui marchio è valutato 107.4 milioni di dollari, al secondo posto ecco il marchio per eccellenza del settore informatico: Microsoft, guidata dall’uomo recentemente giudicato il più ricco del mondo, il cui nome vale 103.1 milioni di dollari.
Rimanendo in ambito informatico si scende al quarto posto per trovare la Intel (80.2 mln), al sesto per il marchio IBM (71.0 mln), al settimo per Cisco System (69.6 mln). Va notato come tali gruppi appartenenti al cosiddetto nuovo mercato superino di gran lunga nomi storici quali Coca Cola, Nike e Harley Davidson (rispettivamente al 13esimo, al 22esimo ed al 25esimo; posto in classifica con una quotazione del “brand” a 45.6, 19.7 e 15.7 milioni di dollari).