Il rally in borsa sembra non essere terminato. Due i titoli che, più di altri, sembrano essere sulla graticola: Intel in primis e Apple in seconda battuta. Per il primo la caduta dall’inizio dell’anno è ormai a quota 26%, per il gruppo di Cupertino siamo ormai al 20%.
Motivi veri non ce ne sono. O meglio: la caduta odierna ha la stessa natura della scalata precedente, con un rigonfiamento delle attese che da Capodanno in poi ha vissuto tensioni contrarie sgonfiando tutto quel che di buono era stato supposto a fine 2007. Per Intel sono però già i numeri a parlare: il gruppo è visto in grande crescita, ma il valore delle azioni rispecchiava sensazioni ancor più entusiastiche che invece non hanno trovato rispondenza nella trimestrale presentata. Il titolo ha così perso il 12% in una sola seduta ed in pochi giorni il titolo ha bruciato mesi e mesi di lenta scalata. Paul Otellini ha così tirato fuori la spada per difendere il proprio gruppo: le paure sono immotivate e le difficoltà USA possono solo pesare relativamente su un titolo che erge la propria ricchezza per la maggior parte su introiti provenienti dall’estero.
L’analisi per Apple è per certi versi similare e, speculazioni finanziarie a parte, il Nasdaq sembra nutrire qualche timore al di là degli evidenti buoni risultati ottenuti dal gruppo. Se il Macbook Air deve ancora convincere e la nuova AppleTV ha tutto da dimostrare, è altrettanto vero che una rapida proiezione sul futuro dell’iPhone dimostra come le attese di Steve Jobs potrebbero non essere esaudite entro la scadenza prefissata (a meno che il telefono non si apra presto ad ulteriori mercati, come peraltro previsto). l’iPhone, infatti, è stato venduto in 4 milioni di unità nei suoi primi 200 giorni, il che non dovrebbe permettere di raggiungere gli anelati 10 milioni entro il primo anno sul mercato.
Il Macworld, in generale, sembra non aver convinto del tutto. Due analisti sentiti da Forbes descrivono l’evento come un “non-evento”, mentre Goldman Sachs guarda in positivo spiegando che la repentina caduta potrebbe indicare un ottimo momento per acquistare le azioni di Cupertino (si crede, dunque, nel sollecito recupero delle posizioni perse).
L’ultima giornata vede pochi titoli in aumento: eBay, che respira dopo giorni duri; AMD, che viaggia tendenzialmente su una altalena contraria al rivale Intel (e cresce del 7% nel giorno dell’accordo con DivX); Amazon, che si giova delle buone proiezioni derivanti dall’ultimo periodo natalizio. Tutto il resto è in profondo rosso: Yahoo -4.19%; Google -3.4%; Microsoft -2.26%. La giornata chiude con il Nasdaq in perdita e la causa macroeconomica del calo generale viene identificata nei nuovi dati indicanti una inflazione ancora in aumento a pesare sull’economia USA.