Da Italia.it a Italia.info: così rinasce il portale

In una audizione in Commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera, Maria Vittoria Brambilla ha spiegato l'evolversi del progetto Italia.it, ha parlato dei costi passati, ma soprattutto ha annunciato il cambio del nome in Italia.info
Da Italia.it a Italia.info: così rinasce il portale
In una audizione in Commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera, Maria Vittoria Brambilla ha spiegato l'evolversi del progetto Italia.it, ha parlato dei costi passati, ma soprattutto ha annunciato il cambio del nome in Italia.info

«Le regioni concordano con me sulla necessità di creare un portale che sia in grado non solo di adempiere in modo esaustivo alle esigenze di informazione di cui gran parte dei turisti abituati a digitare sul web hanno ormai bisogno per orientare i loro viaggi, ma anche di provvedere alla commercializzazione dei nostri prodotti»: inizia così uno stralcio dell’audizione con cui Michela Vittoria Brambilla ha portato il nuovo progetto di Italia.it alla Commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera. La notifica è del blog Million Portal Bay, il riferimento che fin dall’inizio ha seguito l’evolversi del progetto e che ora ha tolto i veli sulla versione 2.0 del famigerato portale.

Una novità, su tutte: il nome cambierà in Italia.info, omologando così la scelta all’omologo portale spagnolo ed allineandosi così per certi versi ad una sorta di nuovo standard per i portali turistici nazionali. Ma prima di arrivare al nome, la Brambilla spiega il cambio di indirizzo che il proprio dicastero intende dare al portale: «L’operazione che mi accingo a fare è di trasformare l’originario progetto di portale in un vero e proprio market-place. […] è un’operazione complessa che è resa ancora più problematica dal fatto che il mio dipartimento è in pratica costretto a ripartire quasi da zero […] Prima era un portale solo di informazione… oggi diventa un market-place: promo-commercializzazione, quindi cambia anche la sua finalità. Cercheremo di accelerare il più possibile le analisi tecniche con l’intento di risolvere tutte le relative problematiche per partire, se ciò ovviamente sarà possibile, entro la fine di quest’anno o al più tardi entro febbraio che… è il periodo della BIT».

La domanda sul nome proviene dal deputato Ludovico Vico: «Lei ci ha parlato di portale Italia.it. Io suggerirei modestamente di cambiare anche nome, logo, per cancellare una storia terribile». A questo punto la Brambilla svela il nuovo nome con ufficialità: «Italia.info. Non sarà più Italia.it e quindi cambieremo come Lei giustamente diceva nome, ecc. ma questo perchè… non solo per una questione così… ma perchè oggi tutti i portali turistici che stanno nascendo negli altri paesi sono sul .info e quindi è una necessità».

Sebbene il nome non risulti formalmente registrato, ad ogni effetto Italia.info è un dominio riservato. Tale diritto risulta sancito dall’ICANN Board Resolution 01.92 che attribuisce alle istituzioni italiane la possibilità di fruire tanto di “italia.info” quanto di “italy.info”.

Ulteriori rivelazioni sono anche relative ai costi, parametro fino ad oggi particolarmente nebuloso sul quale è mai stato possibile fare totale chiarezza. Sebbene ad oggi si fossero contati sprechi per 7 milioni di euro, la Brambilla rincara la dose spostando il livello a 10 milioni. Ulteriori approfondimenti successivi non fanno altro che ripercorrere a ritroso il percorso di Italia.it con polemica inclusa: da una parte il senatore Ciarrapico, che avrebbe voluto avere voce in capitolo nella scelta della persona destinata a guidare l’ENIT (e di conseguenza il portale Italia.info), dall’altra Maria Vittoria Brambilla, che sbandiera i diritti acquisiti da Matteo Marzocco sul campo grazie al nonno (fondatore della catena Jolly Hotel).

Il problema che in qualche modo sembra possa essere aggirato è quello delle regioni: le promesse di Stanca prima e di Rutelli poi hanno creato attese nelle istituzioni regionali che ora una sentenza della Corte Costituzionale potrebbe trasformare in un debito dello stato. Le Regioni, insomma, rimangono sul piede di guerra e sembrano pretendere, sotto qualsiasi forma, il dovuto promesso dai predecessori della Brambilla. Al tempo stesso il ministro scarica le Regioni di ogni onere: le singole organizzazioni regionali non sono in grado di portare all’organizzazione centrale le informazioni richieste entro tempi brevi, dunque il progetto dovrà trovare risorse diverse da quelle già raccolte a livello locale sui singoli portali: «Non è pensabile che le Regioni possano darci in cinque mesi tutti i dati che ci servono: non hanno questo tipo di organizzazione, quindi non ci possono aiutare, perché non ci possono seguire in termini di tempi e molto spesso non hanno le dotazioni; però, i 20 milioni ci sono».

Interessanti anche le considerazioni del ministro Brambilla circa le polemiche scoppiate online sul portale Italia.it: «anche in questi giorni io navigando su Internet ho visto molte proteste dei cittadini su questo discorso del portale… “voi avete speso un sacco di soldi”… che se la prendevano poi con la classe politica in generale, no non era una critica a questa o quell’altra persona. E quindi anche per rispondere a tutti questi cittadini io ho intenzione da quando cominceranno i lavori di fare una sorta di sito, “lavori in corso”, che sia trasparente per tutti, di volta in volta, su cosa si sta facendo, quanto si sta spendendo, cosa sta costando eccetera».

In un secondo post il blog Million Portal Bay evidenzia le contraddizioni nelle valutazioni dei calcoli del CNIPA, perchè a quanto pare con il passare degli anni le stime sul costo necessario all’implementazione del portale sono cambiate e parecchio. Chiosa con la migliore delle sentenze il post: «La televonela riparte più avvincente che mai: risorge intricata, ma già luminosa, vivida e chiara. Come l’alba. Di una nuova farsa».

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