«L’imprenditore di Internet Brad Greenspan ha avanzato una nuova proposta per tenere Dow Jones fuori dalla portata di Rupert Murdoch, dicendo che il suo piano potrebbe aiutare a far salire oltre i 100 dollari il valore dell’azione»: così Reuters ha riportato una notizia che, se non avesse un qualche risvolto credibile, sarebbe relegata nella rubrica degli annunci bizzarri.
La stravaganza del tutto è nel nome del proponente: Brad Greenspan, infatti, non ha certo la potenza di fuoco economica di un nome del calibro di Rupert Murdoch (colui il quale ha da tempo messo gli occhi sul Dow Jones tramite la propria News Corp.), ma un nome lega a doppio filo i due rivali: MySpace. Greenspan, infatti, è stato tra i primi ad aver creduto nel progetto prima che Murdoch vi mettesse (tra le polemiche) le mani ed i propri dollari. Da quel momento tra le parti è in atto una guerra a distanza che nella nuova trattativa sembra solo trovare una nuova (difficilmente credibile) valvola di sfogo.
Nel novembre 2006 il primo scontro faccia a faccia: «il dente avvelenato di Brad Greenspan ha origini ben precise: Brad ha lasciato MySpace prima della cessione per fondare la propria LiveUniverse, azienda che in seguito controllerà nomi quali Stickam.com e Vidilife.com (un simil-YouTube). L’accusa contro MySpace è quella di vietare l’uso degli url Stickam e Vidilife all’interno dei profili utente della community. Questo atto di censura, secondo Greenspan, limita pesantemente la concorrenza e va contro i principi di apertura che avevano invece animato la nascita di MySpace».
Oggi, pur di mettere il bastone fra le ruote del proprio rivale, Greenspan si dice pronto a capeggiare una cordata di investitori in grado di convincere i rampolli della famiglia Bancrofts a non cedere le proprie quote al tycoon di MySpace: la quotazione delle azioni verrebbe ulteriormente alzata dai 60 dollari richiesti a 100 dollari, rappresentando così una proposta impossibile che, nonostante lo stato di avanzamento delle trattative, potrebbe ancora fare breccia.
Il contatto tra le parti ci sarebbe già stato: a parlare è Greenspan, anche se non è al momento svelato il nome di chi potrebbe esserci alle sue spalle con il portafoglio in mano. La vicenda sembra avere risvolti più folkloristici che non finanziari, ma per ora il tutto passa sulle agenzie e rimane quantomeno nell’alveo del possibile.