L’elettronica potrebbe un domani essere di particolare ausilio nel campo della medicina e della ricerca biomedica. Diversi ricercatori stanno infatti studiando svariate soluzioni tecnologiche per la produzione di dispositivi capaci di replicare il comportamento delle cellule umane, così da poter utilizzare tali device per i propri esperimenti. I risultati in tale campo continuano a mantenere aperta una speranza per il futuro: da Yale, infatti, ecco giungere un nuovo dispositivo che sembra esser davvero in grado di replicare le cellule in forma elettronica.
Il merito di tale scoperta è da attribuire alla Yale School of Engineering & Applied Science, presso la quale alcuni ingegneri sono riusciti a creare una cellula artificiale utilizzando componenti elettronici. Tale cellula è in grado di controllare il flusso di ioni attraverso un canale di dimensioni microscopiche, simulando di fatto quanto svolto dalle cellule presenti nel corpo umano. Il controllo di tale flusso può quindi generare un potenziale di membrana, proprio come all’interno delle cellule umane.
Utilizzando materiali ampiamente adottati nella produzione di dispositivi elettronici e dei rispettivi componenti, insomma, è stato possibile creare un nuovo circuito che può essere controllato in maniera tale da simulare una cellula reale. Nei laboratori di Yale, quindi, potrebbe esser nato il primo organismo “vivente” artificiale, sul quale condurre ricerche trasformando malattie e patologie in semplici algoritmi software per visualizzare le reazioni di tale cellula elettronica ai diversi stimoli.
I vantaggi di una simile scoperta sono quindi numerosi: in primo luogo tale tecnologia potrebbe permettere alla medicina di poter replicare modelli biologici grazie a dispositivi elettronici, potendo di fatto utilizzare uno stesso dispositivo per simulare più organismi differenti, oppure effettuare esperimenti a basso costo senza utilizzare cavie viventi. I benefici potrebbero tuttavia coinvolgere anche l’elettronica stessa, permettendo ad esempio la creazione di batterie più performanti oppure lo sviluppo di sistemi in grado di interfacciarsi con organismi biologici.