Buone notizie per le persone con problemi di vista: negli Stati Uniti, infatti, è pronto a giungere sul mercato il primo prototipo al mondo di occhio bionico, il quale consentirà anche a chi ha perso la vista di interagire con il mondo esterno utilizzando tale senso. In queste settimane il dispositivo è in fase di approvazione, con gli enti europei che hanno già dato il via libera per la distribuzione nel Vecchio Continente.
Tale occhio bionico si compone di circa 60 elettrodi da impiantare all’interno della retina, affiancati da una piccola lente dotata di una videocamera di dimensioni particolarmente ridotte per poter svolgere le proprie funzioni all’interno dell’occhio senza arrecare danni o fastidi. Il risultato è un dispositivo medico che fino ad oggi ha fornito risultati importanti grazie ai 60 pazienti sui quali è stato testato, con effetti in media più che incoraggianti, benché alcuni pazienti abbiano fornito risposte meno positive di altri.
Argus II Retinal Prosthesis System, questo il nome della protesi oculare, è stato realizzato dall’azienda californiana Second Sight Medical Products, la quale ha sottolineato come al mondo non esista ancora un sistema in grado di fornire gli stessi risultati. I primi pazienti che potranno usufruirne saranno quelli affetti da retinite pigmentosa, una malattia genetica dell’occhio che in alcuni casi può portare anche alla cecità. Tale malattia porta infatti alla degenerazione dei fotorecettori, i quali vengono sostituiti così da componenti artificiali che catturano la luce e di conseguenza inviano stimoli elettrochimici al cervello mediante il nervo ottico.
Le risposte dei pazienti sottoposti ai test sono state molto eterogenee, con alcuni che hanno recuperato in maniera minima la vista, altri che invece sono riusciti a leggere quotidiani e svolgere altre operazioni quotidiane in maniera particolarmente fluida e semplice. I segnali positivi forniti dalle sperimentazioni in laboratorio hanno quindi convinto l’azienda a lanciare il prodotto sul mercato, ad un prezzo di circa 73 mila dollari per unità: trattasi quindi di una cifra sicuramente non alla portata di tutti, ma che grazie al progresso scientifico potrebbe presto calare sensibilmente.