Casualità o non casualità, è comunque ancora il mondo delle automobili ad essere coinvolto nel caso SCO. Dopo AutoZone, infatti, arriva l’annuncio indicante la DaimlerChrysler quale vittima della seconda denuncia di SCO contro gli utenti finali Linux non in regola con le licenze imposte in seguito al caso del codice conteso tra Unix e Linux.
L’azienda tedesca (a capo di marchi quali Mercedes Benz e Jeep) sarebbe stata scelta dall’accusa in quanto sfruttante sistema operativo Linux ed in stretto contatto con IBM. L’accusa nei confronti di DaimlerChrysler è però decisamente più articolata rispetto a quella giunta negli uffici AutoZone, e verrebbe fatto riferimento al rifiuto di fronte alla richiesta di presentazione del certificato di conformità circa quanto previsto dagli accordi tra le parti. La richiesta finale è una regolarizzazione delle posizioni future dell’azienda e l’ingiunzione di una penale per il codice illecitamente usato in passato.
Dalla corte dello Utah, nel contempo, giunge una precisa indicazione a SCO e IBM. Per quanto riguarda SCO, il materiale messo finora a disposizione non è sufficiente, dunque il gruppo dovrà sollecitamente provvedere a fornire tutte le linee del codice Linux contestate e le relative prove circa la proprietà reclamata. IBM, contemporaneamente, è chiamata a depositare le proprie controdeduzioni in difesa delle proprie posizioni, apportando le opportune dimostrazioni circa la titolarità del codice. 45 giorni il tempo a disposizione: scatta un nuovo conto alla rovescia, appuntamento al 17 Aprile.