Del buzz marketing ne abbiamo parlato. Ebbi anche occasione di occuparmi della cosa per Internet Magazine (il pezzo sarà prossimamente in edicola se non erro). Ed imparai a conoscere sigle nuove quali WOMMA, una delle associazioni di riferimento per il settore. Scopro ora una nuova iniziativa di blogging denominata “Blog council” e scopro che il fondatore è lo stesso della WOMMA. E infatti tra le parti ci sono importanti fondamenti in comune.
Il buzz marketing si propone di portare nella blogosfera opinioni su un prodotto o un servizio. Il meccanismo è secondo alcuni trasparenti e secondo altri pilotato, in ogni caso le opinioni sono in qualche modo canalizzate e stimolate.
Ora il Blog Council intende fare in modo che alcune grandi aziende trovino una giusta condivisione di idee ed esperienze affinchè la propria attività di blogging sia quanto più ottimale nelle diverse occasioni: quando c’è un improvviso problema, quando occorre generare entusiasmo, quando si deve rispondere ad un feedback negativo.
Nulla di male, verrebbe da pensare. Fin da quando siamo nati c’è qualcuno che ci insegna a parlare e ad esprimerci per ottenere un certo risultato e, possibilmente, per girare a nostro favore le situazioni. Come nel caso del buzz marketing, però, il limite tra “etico” e “non etico” ancora va identificato con esattezza. Perchè una azienda che blogga in modo edulcorato, ai miei occhi non sarà credibile. Lo sarà però agli occhi di milioni di utenti, probabilmente, non avvezzi alle dinamiche recondite di questo tipo di attività e sicuri di incontrare nel blogger di turno gli occhi trasparenti di una azienda dal volto umano (se c’è chi crede ai telegiornali, nonostante tutto, perchè non dovrebbe esserci chi crede ad un corporate blog?).
Il meccanismo, per quanto opinabile e pericoloso, inquinante ed antipatico, è difficilmente arginabile. Due le ancore di salvezza: l’introduzione di un codice etico che metta all’angolo i comportamenti scorretti e la prova d’esame del comportamento al cospetto del tiro incrociato della blogosfera.
Abstract di quanto sopra:
quando un tuo amico fa l’assicuratore, per bravo che possa essere non faticherai a capire quando ti parla da amico e quando ti parla da assicuratore. Amicizia e professionalità possono tranquillamente coesistere. Un po’ di diffidenza aiuterà entrambi a dialogare capendosi al volo: tu imparerai a dare fiducia, lui imparerà a meritarsela