Ampiamente utilizzati nel mondo cinematografico come esempio del futuro della tecnologia, gli ologrammi hanno rappresentato ad oggi principalmente un sogno difficilmente realizzabile nella pratica. La situazione sembra tuttavia destinata a mutare: presso i laboratori del Massachusetts Institute of Technology, infatti, alcuni ricercatori hanno realizzato una tecnologia in grado di realizzare ologrammi guidando raggi di luce al fine di ricreare pattern di vario tipo.
In particolare, gli esperimenti condotti al MIT hanno dimostrato la possibilità di realizzare un dispositivo capace di controllare una griglia composta da 4096 diverse antenne, utilizzando gli infrarossi per creare immagini. Le prime prove pratiche hanno quindi condotto alla creazione di un ologramma raffigurante il logo del celeberrimo istituto americano, posizionato in aria a pochi millimetri dal dispositivo stesso.
L’idea di fondo non rappresenta una novità assoluta, essendo stato possibile in passato realizzare ologrammi utilizzando una procedura simile a quella utilizzata al MIT. La reale innovazione introdotta dagli ingegneri di Boston riguarda principalmente il numero di antenne (mai si era giunti ad una griglia di 64×64 elementi), ma soprattutto la possibilità di controllare i raggi luminosi sia in orizzontale che in verticale, permettendo di fatto la creazione di ologrammi tridimensionali. Il tutto, inoltre, utilizzando componenti elettronici ampiamente disponibili sul mercato, dimostrando la possibilità di realizzare ologrammi senza la necessità di fabbricare nuovi componenti.
L’intero mondo scientifico ha quindi accolto la notizia con particolare entusiasmo, come dimostrano le dichiarazioni di alcuni docenti di università statunitensi che hanno sottolineato come ciò rappresenti un importante passo in avanti nella direzione degli ologrammi. Il prossimo step riguarderà la possibilità di creare ologrammi visibili ad occhio nudo, in quanto quelli prodotti attualmente al MIT, utilizzando frequenze appartenenti alla banda degli infrarossi, non possono essere visualizzati: l’unica modifica, secondo i ricercatori, riguarderebbe il materiale con il quale sono realizzate le antenne.