Altre 754 denunce si accodano alle decine di migliaia ormai depositate dalla RIAA contro utenti macchiati di reato di reato di file-sharing. La nuova denuncia segue semplicemente la via del pugno duro ormai protrattasi per molti mesi ed inaugura la nuova stagione dopo l’estate: l’ultima ondata era di Giugno ed annoverò 784 utenti.
Con la RIAA ben oltre le 10.000 denunce, anche l’MPAA ha nei giorni scorsi rimpinguato il numero degli utenti nel mirino (oltre 250 le denunce), ma seguendo un approccio nuovo al problema: una volta chiusi circa 30 siti web dediti ad attività di smercio di file illegali, l’associazione ha ottenuto i tabulati relativi agli utenti coinvolti ed ha iniziato così un rastrellamento mirato atto a colpire la flagranza del reato. Tali siti erano in gran parte basati su BitTorrent. Ora l’MPAA punta il dito contro la pirateria tentando di delegittimare il mito della segretezza online: ogni smercio lascia una traccia, per cui nonostante i diritti legati alla privacy nessuno si senta completamente anonimo (il principio che reggeva l’idea del Panopticon non è troppo lontano).
Slashdot non esita a ricordare gli esiti di una ricerca secondo la quale gli utenti P2P si confermano i maggiori acquirenti di musica legale (con una spesa mensile media ben 4 volte superiore rispetto agli utenti che non fanno uso di strumenti P2P), smentendo così i danni paventati dall’industria della produzione. Nel contempo si intravvede nel nuovo Windows Vista un ulteriore avvicinamento delle software house agli ambienti della produzione, il tutto in nome del DRM. Poco o nulla, insomma, è cambiato se non il fatto che eDonkey è oggi la piattaforma di riferimento per gli utenti dediti al P2P e che BitTorrent pare essere stato scalzato dal trono proprio in conseguenza delle pressioni provenienti dalle associazioni dei produttori. E la via dell’iniziativa legale di massa continua.