Altre 531 denunce, dopo le 532 di gennaio e quelle che hanno inaugurato la serie negli ultimi mesi del 2003, arrivano dalla RIAA per colpire utenti colpevoli di aver scambiato illegalmente file tramite le reti di peer-to-peer (ogni utente almeno più di 800 files).
La denuncia è, in ottemperanza alle imposizioni delle recenti sentenze statunitensi, priva di nome: ad essere additato dalla RIAA ora è un numero IP per il quale, una volta riconosciuta la colpevolezza o meno, potrà eventualmente esserne richiesta la mappatura al fine di risalire all’esatto nominativo del colpevole. Gli ISP hanno dunque per il momento vinto la loro battaglia e si tagliano fuori dalla guerra tra major e utenti.
La RIAA conferma inoltre di aver depositato le carte che permetteranno di aprire la strada al recupero dei nomi di poco più di 300 utenti precedentemente denunciati in Gennaio. Secondo Cary Sherman, presidente RIAA, la battaglia mira a deviare gli utenti del file sharing verso i servizi autorizzati di download digitale (iTunes e similari), ponendo così un limite all’emoraggia che sta mettendo in difficoltà il mondo delle major della musica.
La RIAA ha ora sommariamente depositato circa 1500 denunce, ha registrato alcuni patteggiamenti sfociati in una pressante campagna promozionale ambientata nel fertile palcoscenico del SuperBowl, per poi incassare sentenze limitative che ergono un muro tra accusa e difesa a protezione della privacy dei navigatori. La guerra è in pieno svolgimento.