Il cerchio si stringe attorno al P2P. Dopo una serie di battaglie dai risultati altalenanti, ora la RIAA mette in campo tutto il suo potere per stanare gli utenti e far valere i propri diritti sia con le buone che con le cattive.
In queste ore la Camera USA sta vagliando una proposta di legge secondo la quale chi mette a disposizione il proprio hard disk per condividere musica protetta rischia 5 anni di carcere ed un risarcimento danni fino a 150.000 dollari. La norma, ora al vaglio dei Repubblicani, prevede che il reato scatti dopo 10 duplicazioni illegali. Tale iniziativa è accompagnata da una serie di norme anti-spam ed a quanto pare sarebbe seguita a breve da un corrispettivo europeo che renderebbe la battaglia all’MP3 selvaggio davvero una questione globale.
Nel contempo la RIAA ha ottenuto la sentenza che cercava per rendere effettivamente attuabile la norma in via di approvazione: Verizon sarà costretta a rendere pubblici i nomi abbinati ai numeri IP segnalatisi per una condivisione illegale di file vietati. Con questa sentenza la RIAA punta a far aprire i registri di tutti i provider (finora unico scudo di protezione degli utenti) per avere definitivamente il coltello dalla parte del manico. Si attendono contromosse.