Dalla Russia il 'Niet' contro Skype

Skype non è intercettabile. Skype, inoltre, non versa alcunché nelle casse del tesoro russo. Una lobby appoggiata da Vladimir Putin, pertanto, conta di porre resistenza contro il VoIP imponendo misure legislative ad hoc
Dalla Russia il 'Niet' contro Skype
Skype non è intercettabile. Skype, inoltre, non versa alcunché nelle casse del tesoro russo. Una lobby appoggiata da Vladimir Putin, pertanto, conta di porre resistenza contro il VoIP imponendo misure legislative ad hoc

Skype potrebbe trovare forte ostruzionismo in terra russa nei prossimi mesi. Una fortissima lobby ha infatti messo nel mirino l’intero mondo del VoIP, Skype in primis in virtù della propria posizione privilegiata nel mondo della telefonia tramite IP. Trattasi di una mossa evidentemente pericolosa per Skype poiché il mercato del gruppo verte in gran parte sulle telefonate internazionali: il bacino russo non può che essere un riferimento importante per il gruppo controllato da eBay.

La minaccia giunge dall’Unione Russa degli Imprenditori e degli Industriali, una delle più importanti lobby coinvolgenti il business russo. Due le motivazioni che hanno spinto il gruppo ad unire le forze contro il VoIP: in primis v’è la difficoltà nell’intercettare e monitorare il traffico e le comunicazioni veicolate, il che rappresenterebbe teoricamente una minaccia per la nazione (curiosamente i rischi rappresentati da Skype vengono affiancati a quelli rappresentati da ICQ, simbolo sontuoso di un instant messagging ormai in disuso); in secondo luogo vi sarebbe la totale estraneità di Skype dal sistema fiscale russo: perché tutelare un gruppo estero, quando per la nazione apporta soltanto rischi e nessuna opportunità? Dietro tutto ciò sembra celarsi però il motivo vero e primo dell’iniziativa: «un calo probabile ed incontrollato dei profitti dei principali operatori di telecomunicazioni» (identificabile secondo Reuters in un 40% delle chiamate entro il 2012).

La lobby si avvale del fondamentale appoggio di Vladimir Putin, il che non mette Skype nella posizione di poter alzare la voce contro l’opposizione formatasi nei confronti della telefonia su IP. La Pravda ricorda peraltro come anche l’Italia si sia già mossa su medesimo percorso, intravedendo nel VoIP un canale di potenziale pericolo ed al quale occorrerebbe imporre precisi limiti e specifiche misure di monitoraggio.

In Italia la battaglia contro Skype ha preso forma dalle parole del ministro Roberto Maroni: «Gli affiliati della ‘ndrangheta non parlano più col cellulare o col telefono fisso ma con Skype e questo rende praticamente impossibile l’intercettazione. In questi giorni c’è il dibattito politico sulle norme, ma qui in realtà dobbiamo capire come fare con le nuove tecnologie. Tecnicamente potremo intercettare le chiamate via Skype solo se la società metterà a disposizione le specifiche tecniche. Su questo problema abbiamo anche avviato una commissione tecnica, con la presenza anche di un rappresentante del Cnr […] Non escludo, visto che la società ha sede a Lussemburgo, di chiedere alle autorità europee di intervenire in qualche modo. Non possiamo permettere che la giusta tutela di un brevetto industriale o della privacy permetta alla criminalità organizzata di eludere ogni intercettazione che non sia quella ambientale».

In quell’occasione Skype promise la propria collaborazione ad Eurojust per placare il polverone sollevatosi sulla scia del monito italiano. Stessa manovra potrà essere presumibilmente portata avanti in Russia, rendendo Skype meno “segreto” ma consolidandone la presenza in marcati di fondamentale importanza. Nessun dettaglio è però mai stato offerto relativamente agli accordi con Eurojust (Skype assicurava soltanto collaborazione «per quanto è legalmente e tecnicamente possibile»). Impossibile, pertanto, ipotizzare le modalità con cui azienda ed istituzioni potrebbero venirsi incontro anche in territorio russo, evitando manovre oppositive formulate direttamente sotto forma di legge dello stato.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti