«Non vivrò in eterno. Secondo la mia opinione queste informazioni avrebbero dovuto essere a disposizione già 2 mesi fa»: così Neelie Kroes (alla guida della commissione europea antitrust, sta portando avanti un logorante braccio di ferro che affonda le proprie radici alla sentenza del 2004 firmata dal predecessore Mario Monti) spiega l’intervento con cui, in queste ore, l’UE lancia l’ennesimo ultimatum verso Microsoft. L’intervista alla Kroes è stata pubblicata sull’inglese Guardian nella giornata di ieri.
Il termine ultimo è quello del 23 Novembre. Se entro questa data l’azienda di Redmond non avrà inviato le informazioni tecniche a lungo richieste (e ad oggi la Commissione comunica che nulla sarebbe stato recapitato a Bruxelles) scatterà una penalità di 3 milioni di euro al giorno. Microsoft si muove evidentemente con fare ostruzionistico, spiegando di aver già risposto alla maggior parte delle richieste dell’UE, ma dalla Commissione si chiede un solerte espletamento totale delle pratiche onde poter vagliare e possibilmente sentenziare definitivamente la posizione del gruppo di Redmond.
Alla multa iniziale inflitta dall’UE (497 mln di euro) si è aggiunta una penale successiva (280.5 mln di euro) dovuta ad un primo ritardo nell’adempimento degli obblighi processuali. La nuova minaccia, con tanto di ultimatum definitivo, rischia di portare ora il gruppo ad un conto totale molto vicino al miliardo di euro.