«Dobbiamo porre gli interessi dei cittadini e delle aziende europee al centro della rivoluzione digitale, in modo da sfruttare appieno il potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) per la creazione di nuovi posti di lavoro, la sostenibilità e l’inclusione sociale». Così il 19 maggio scorso Neelie Kroes tracciava il piano d’azione per fare in modo che l’UE potesse mettere in atto quanto in previsione nel contesto della Agenda Digitale comunitaria. Ora la Commissione ha però compiuto un passo ulteriore definendo 3 misure necessarie per favorire l’introduzione della banda larga e la sua piena adozione da parte della cittadinanza.
Così Adnkronos ha riassunto i tre punti principali: primo, «una raccomandazione della Commissione sull’accesso regolato alle reti di accesso di nuova generazione (NGA), che offre una base giuridica agli operatori delle tlc, garantendo il giusto equilibrio tra l’esigenza di incoraggiare gli investimenti e la necessità di salvaguardare la concorrenza» secondo, «una proposta di decisione per istituire un programma strategico in materia di spettro radio, che, tra i vari obiettivi, assicura la disponibilità dello spettro per la banda larga senza fili»; terzo, «una comunicazione sulla banda larga in cui è illustrato in che modo incentivare al meglio gli investimenti pubblici e privati nelle reti veloci e ultraveloci».
La banda larga veloce è ossigeno digitale, essenziale per la prosperità e il benessere dell’Europa
Secondo Neelie Kroes, inoltre, la priorità assoluta va attribuita alla liberazione dello spettro, portando parte delle frequenze da un utilizzo televisivo ad un utilizzo a disposizione dei carrier per il broadband mobile. Tale balzello è oggi il principale ostacolo ad una ulteriore crescita della rete e sbloccare questo tipo di investimenti significherebbe portare la rete ovunque con maggior semplicità e con maggiori opportunità per il mercato.
L’UE si è posta obiettivi di lungo periodo, ma fin da subito sta definendo regole stringenti a cui sottostare per non perdere il treno dell’innovazione e permettere a tutti i paesi dell’Unione una crescita progressiva ed omogenea verso l’obiettivo preposto. Il 2020 sarà l’anno del giudizio, quando sarà chiaro quanto buone sono state le politiche portate avanti dalla Commissione Europea e quanto fedeli a tali linee guida siano state le misure esecutive apportate dai singoli stati membri.