La Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) ha annunciato l’apertura di una nuova divisione, denominata Biological Technologies Office (BTO), che si occuperà dello sviluppo di tecnologie ispirate alle scienze naturali, attraverso la fusione di biologia, ingegneria e informatica. L’agenzia ha già scelto tre aree di ricerca, ma prima di realizzare sistemi commerciali verrà chiesto il parere di esperti accademici per evitare problemi di carattere etico, legale e sociale.
Finora la DARPA ha trascurato la biologia come settore da studiare per lo sviluppo dei suoi progetti, ma da oggi troverà posto tra le scienze principali che rappresentano il futuro delle tecnologie di difesa. La divisione BTO esplorerà l’intersezione dinamica tra la biologia e le scienze fisiche, operando in un ampio range di scale spaziali e temporali, dalle singole cellule agli esseri umani e all’ambiente in cui vivono, al tempo impiegato da un virus per diffondersi in tutto il mondo mediante uno starnuto. In breve, BTO esplorerà i complessi meccanismi dei processi naturali per dimostrare come possano essere applicati alla difesa nazionale.
L’iniziale portfolio include programmi già avviati da altre divisioni, come interfacce neurali e protesi avanzate. L’obiettivo è garantire innanzitutto la sicurezza dei soldati sul campo di battaglia, attraverso tecnologie che possano ridurre il rischio di lesioni, e permettere l’identificazione e la protezione rapida contro le malattie infettive.
DARPA è consapevole di addentrarsi in settori “ai confini della scienza“, quindi durante lo sviluppo delle biotecnologie si avvarrà della collaborazione di esperti con i quali discutere degli aspetti etici, sociali e legali.