I processori sul mercato sono basati sul modello Von Neumann che prevede sostanzialmente l’accesso sequenziale ai dati, un tipo di elaborazione non soddisfacente per tutti i compiti. La DARPA ha quindi investito 80 milioni di dollari per lo sviluppo di un nuovo processore in grado di eseguire calcoli specifici in maniera più efficiente. Nel progetto HIVE sono coinvolti anche Intel, Qualcomm, Pacific Northwest National Laboratory, Georgia Tech e Northrop Grumman.
Lo scopo principale del programma HIVE (Hierarchical Identify Verify Exploit) è progettare un “graph analytics processor” che possa elaborare grandi quantità di dati in modo più veloce. Il nome è un chiaro riferimento alla tipologia di informazioni che il processore dovrà gestire. Si tratta di dati che devono essere interpretati per determinare le relazioni tra vari elementi, tra cui quelli che riguardano le interazioni tra persone. In pratica, combinando tecniche di intelligenza artificiale e machine learning, e aggiornando il grafo con nuovi dati, il processore potrà identificare le relazioni causali tra i dati.
Se HIVE avrà successo, DARPA ritiene che ci sarà un notevole incremento dell’efficienza rispetto ai tradizionali processori, consentendo l’analisi in tempo reale delle relazioni, invece di attendere i risultati delle elaborazioni, oggi effettuate nei data center, quindi con grande ritardo.
Gli scienziati potranno, ad esempio, identificare i primi segni di un’epidemia o di un attacco informatico, bloccando sul nascere la loro diffusione su larga scala. Il nuovo processore sarà quindi in grado di fornire risposte in poco tempo, finora impossibili da ottenere a causa dell’enorme numero di calcoli necessari.