Non ci sono solamente Google e Facebook tra le realtà impegnate a combattere la piaga del digital divide portando in ogni dove le connessioni Internet dal cielo. Anche l’agenzia DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency) dell’esercito americano sta portando avanti un progetto sperimentale con lo stesso scopo, seppur con finalità differenti. Lo svelano i test condotti all’interno di quello che viene definito Mobile Hotspots Program.
L’intenzione è quella di sfruttare una flotta di droni RQ-7 progettati inizialmente per le attività di sorveglianza in Iraq, ora in disuso, dotandoli di un modulo per la connettività che di fatto li trasforma in hotspot WiFi volanti. Questo permetterà di fornire l’accesso a Internet ai militari anche nelle zone che ufficialmente non sono coperte dal servizio. La fase sperimentale completata di recente sembra aver fornito risultati incoraggianti, tanto da far ipotizzare la possibilità di disporre in futuro di apparecchi in grado di mantenersi in volo per circa nove ore, offrendo l’accesso alla Rete con una velocità di 1 Gbps.
Le missioni operative nelle località più remote sono talvolta penalizzate dall’assenza di connettività, che risulterebbe utile per accedere ai centri tattici operativi e alle tecnologie di sorveglianza o ricognizione. La strumentazione necessaria per le comunicazioni a banda larga su lungo raggio spesso non è disponibile.
Così Dick Ridgway, program manager DARPA, spiega il perché di un progetto simile. Difficilmente i droni-hotspot WiFi in questione potranno portare benefici diretti per i civili residenti nelle zone in cui operano i militari. Non è comunque da escludere la possibilità che, in particolari situazioni di emergenza, una tecnologia di questo tipo possa essere messa a disposizione della popolazione qualora utile per salvare vite o fronteggiare un pericolo imminente.