L’appello per la salvaguardia del progetto Data.gov per la trasparenza delle attività istituzionali ha funzionato, ma solo in parte: il Governo USA ha infatti tagliato buona parte dei fondi destinati alle attività del sito, pur lasciandovi un piccolo margine che garantirà quantomeno la sopravvivenza dei contenuti portati online ad oggi.
Il taglio vede i fondi per Data.gov cadere da 34 milioni di dollari annui ad appena 8 milioni. La precedente proposta era ancor più radicale poiché avrebbe portato ad appena 2 milioni il denaro devoluto a tal fine, ponendo così una pietra tombale su quella che era stata una delle perle dell’amministrazione Obama durante i suoi primi mesi alla Casa Bianca. Ad oggi non è chiaro se 8 milioni saranno sufficienti per proseguire nelle attività, ma sono comunque quanto basta per avere ossigeno ulteriore e continuare le battaglie nel nome dell’apertura dei dati, dell’accessibilità degli stessi e della trasparenza ricavabile nei rapporti tra autorità e cittadinanza.
Nel maggio del 2009 il Governo sbandierava il progetto Data.gov ed altri siti omologhi come vessilli del nuovo approccio del Governo nei confronti della popolazione:
Creato come parte dell’impegno del Presidente per rendere aperto il governo e più democratica l’informazione, Data.gov renderà più trasparente il lavoro del governo mettendo a disposizione in un unico sito web le informazioni su economia, salute, ambiente e altri argomenti, consentendo al pubblico di accedere ai dati grezzi e di utilizzarli in nuovi modi innovativi.
A distanza di un biennio il progetto che avrebbe dovuto rendere «più democratica l’informazione» si trova invece virtualmente fermo. La discesa in campo di Tim Berners-Lee è servita pertanto solo fino a un certo punto: la Rete sta cambiando sì la politica, ma la politica sa ancora opporre orgogliosa resistenza.