Il 28 gennaio si celebra il Data Privacy Day, con l’obiettivo di sensibilizzare gli utenti sulle tematiche riguardanti la tutela dei dati personali nel Web. Google, che proprio nei giorni scorsi ha diffuso il nuovo Rapporto sulla Trasparenza, interviene con un post sul blog ufficiale per sottolineare l’impegno nei confronti di chi utilizza i suoi servizi. Dal post emergono tre iniziative messe in campo da bigG per garantire privacy e sicurezza online dei navigatori.
Punto primo: Google si batte, insieme agli altri membri dell’organizzazione Digital Due Process, affinché i dati personali caricati e condivisi in Rete (ad esempio email o documenti) possano essere considerati alla pari di quelli cartacei, eliminando dal punto di vista giuridico e legislativo le distinzioni che oggi separano queste due categorie. Per farlo è necessario modificare alcune normative attualmente in vigore come il U.S. Electronic Communications Privacy Act, la cui prima stesura risale alla metà degli anni ’80 e da molti viene considerato non al passo coi tempi.
Secondo: il team di Mountain View prende in considerazione ogni singola richiesta inoltrata dai governi al fine di ottenere informazioni personali sugli utenti, analizzandola in base ad alcuni specifici criteri. Google dichiara ad esempio di respingere molte domande perché troppo vaghe, oppure di contattare gli utenti (quando consentito dalla legge) in modo da consentire loro di gestire la questione personalmente o con l’aiuto di un legale. Inoltre, il motore di ricerca rifiuta qualsiasi richiesta di accesso ai dati personali non supportata da un mandato, come previsto dal Quarto Emendamento della Costituzione Americana.
Terzo: bigG pubblica regolarmente informazioni relative alla quantità e alla tipologia di domande inoltrate dai governi, come nel caso del già citato Trasnparency Report diffuso pochi giorni fa.
Presa di mira da più parti per l’introduzione della policy unificata di inizio 2012, Google si dice orgogliosa del proprio approccio sulle questioni riguardanti privacy e tutela dei dati personali, che permette agli organi investigativi di garantire la sicurezza pubblica, ma senza ledere i diritti di chi ogni giorno si affida a servizi come Gmail, ricerche online, YouTube o Google+.