Se una persona qualsiasi prende un aereo negli Stati Uniti sa con buona probabilità di essere tracciato a seguito del proprio utilizzo della rete e delle celle GSM sul territorio. Quel che non sa è che, una volta atterrato in Canada, continuerà ad essere monitorato dallo stesso sistema, nonostante abbia varcato i confini degli Stati Uniti. E sebbene la cosa possa avere importanti ripercussioni a livello di sicurezza generale (poiché un semplice passaggio dei confini non può diventare facile salvaguardia per qualunque malintenzionato) al tempo stesso il sistema è completamente opaco, illegale e nascosto alla pubblica conoscenza.
È questa soltanto l’ultima grave puntata dell’infinito caso Datagate. Il pozzo senza fondo dei documenti di Edward Snowden (fresco di candidatura al premio Nobel per la Pace) infatti, hanno dimostrato come la Communications Security Establishment Canada (CSEC), in piena collaborazione con la NSA, tenga sotto osservazione le reti Wifi gratuite messe a disposizione negli aeroporti canadesi. Così facendo è in grado di tracciare qualsiasi utente che vi si collega, monitorandone attività e spostamenti tramite i metadati raccolti dal sistema.
Il documento risale al maggio del 2012 e spiega come lo spionaggio CSEC sia riuscito ad andare anche oltre, seguendo gli utenti per giorni anche dopo il passaggio in aeroporto. Mancano i dettagli tecnici, ma le puntate precedenti sono sufficienti come garanzia della bontà di quanto emerso e come ampliamento ulteriore del perimetro di uno scandalo che non sembra volersi arrestare. Lo sguardo di insieme ormai vale più dei singoli capitoli poiché il problema è ormai chiaro: un sistema al di sopra della legge e dei regolamenti, istituito con finalità probabilmente valide, ma strutturato al di fuori di ogni giurisprudenza e al di fuori di ogni controllo e validazione pubblici.
Se è evidente il vantaggio potenziale di una sovrastruttura transnazionale in grado di monitorare lo spostamento di malfattori di qualsiasi calibro, al tempo stesso è del tutto evidente come l’assenza di qualsiasi coscienza pubblica sul sistema rende il tutto fragile di fronte a qualsiasi ingerenza o utilizzo illecito. Se c’è una cosa che il Datagate ha consentito di mettere in evidenza, infatti, è come i sistemi di sicurezza potrebbero addirittura essere potenziati, al cospetto però di una più trasparente gestione degli stessi ed in presenza di una documentazione pubblicamente disponibile e tale da escludere qualsivoglia utilizzo indebito di apparati di tale magnitudo.
Utenti canadesi e non, tracciati negli aeroporti canadesi in collaborazione della NSA, significano una sorta di esternalizzazione del controllo da parte della NSA, con possibili finalità interessanti e con sicure gravi ricadute sulla privacy di persone ignare di quanto in atto. E la saga continua.