Nuovo giorno, nuovo documento, nuova rivelazione, nuovo scandalo: il nuovo capitolo del Datagate è relativo al fatto che la NSA non solo avrebbe monitorato le comunicazioni di milioni di utenti in tutto il mondo (Italia compresa), ma avrebbe anche avuto accesso ai server di Google e Yahoo riuscendo a far razzia di metadati. Il tutto, almeno in apparenza, all’insaputa dei gruppi in esame.
Con una vera e propria azione di hacking, la National Security Agency statunitense sarebbe riuscita ad infilarsi tra le maglie della sicurezza dei due gruppi (titolari di due delle webmail più importanti al mondo quali Gmail e Yahoo Mail), aprendo una backdoor dalla quale far filtrare milioni di metadati ogni singolo giorno. Così facendo la NSA poteva avere accesso a dati estremamente privati e protetti, carpendo anzitutto i contatti e le comunicazioni tra gli utenti. Non tutto era archiviato e catalogato dall’agenzia, spiega il Washington Post, ma una parte cospicua del materiale andava comunque ad arricchire il corposo database alla base di PRISM.
David Drummond, Chief Legal Officer di Google, ha fatto sapere che il gruppo era da tempo preoccupato che una situazione così sarebbe potuta emergere: Google avrebbe esteso la tutela della crittografia sempre di più tra i dati gestiti, ma ora esprime pieno sconcerto per l’invadenza governativa nelle proprie attività ed auspica una riforma che chiuda le porte alla NSA. E respinge, ovviamente, ogni ipotesi circa una apertura celata ma volontaria di una backdoor al servizio degli apparati governativi.
Le rivelazioni di Edward Snowden si fanno giorno dopo giorno sempre più concrete e sostanziose: appare ormai chiaro come il motto di coscienza che ha spinto l’ex-contractor della CIA alla ribellione fosse ben supportato da situazioni di oggettiva gravità, tanto da mettere in crisi le diplomazie internazionali ed il ruolo degli Stati Uniti nello scacchiere internazionale. In queste ore emerge il sospetto (smentito dalla NSA, per quanto la cosa possa essere credibile) che anche il Papa fosse stato intercettato prima di entrare in Conclave, e nel frattempo milioni di utenti in tutto il mondo vengono a sapere che le loro email sono state “sniffate” dai crawler NSA laddove più dovevano essere al sicuro: sui server Google e Yahoo.
Il progetto prendeva il nome di “Muscular“: 181 milioni di metadati trafugati in soli 30 giorni a cavallo tra il 2012 ed il 2013, il tutto agendo “rimuovendo la crittografia SSL” (altra verità, dunque, confermata):
Alla luce di quanto emerso appare sempre più fragile e risibile la reazione italiana allo scandalo Datagate: sminuire il ruolo di Snowden e l’invadenza USA nelle comunicazioni non sono più reazioni tollerabili, soprattutto alla luce di come la privacy dei cittadini di tutto il mondo è stata sotterrata e depredata come non fosse più un diritto sancito e riconosciuto. La piena consapevolezza delle dimensioni dello scandalo ancora non è maturata, poiché ogni singolo giorno i leak di Snowden consentono di tracciare una situazione complessiva sempre più ampia e precisa.