Date a MySpace quel che è di MySpace

MySpace ha vinto una battaglia legale per la proprietà del dominio MySpace.co.uk finora in uso ad una compagnia che lo comprò 6 anni prima della nascita del social network ma che da tempo lo utilizza unicamente per sfruttare commercialmente il nome
Date a MySpace quel che è di MySpace
MySpace ha vinto una battaglia legale per la proprietà del dominio MySpace.co.uk finora in uso ad una compagnia che lo comprò 6 anni prima della nascita del social network ma che da tempo lo utilizza unicamente per sfruttare commercialmente il nome

MySpace.co.uk è ora di proprietà di MySpace, il social network parte di News Corp.: dopo una lunga battaglia legale il dominio in questione è passato alla società di Murdoch. Trattasi di una causa che sembra simile a tante viste negli ultimi anni, ma la quale invece stabilisce un precedente del tutto nuovo.

Il dominio MySpace.co.uk infatti non apparteneva al solito sfruttatore di fama altrui che, visto il successo del social network e prevedendo un facile sbarco anche in Gran Bretagna si è affrettato a prenotarne il nome per sfruttarne prima la notorietà e poi venderlo a suon di milioni. Il dominio, infatti, era di proprietà della società Total Web Solutions, che l’aveva acquistato ben 6 anni prima della nascita di MySpace.

Dunque l’occupazione è avvenuta in tempi non sospetti e non certo per sfruttare il successo altrui, eppure l’arbitrato britannico nella persona di Anthony Gold ha deciso di dare ragione alla società di Murdoch poichè l’occupante utilizzava il dominio unicamente per mettere della pubblicità e per di più correlata a MySpace. Sebbene infatti il dominio fosse stato acquistato prima dell’emergere del social network, una volta intuite le possibilità di sfruttamento, la Total Web Solutions non ha esitato a riempirlo di pubblicità, senza bisogno di altri contenuti.

Ma non finisce qui. La linea difensiva del primo occupante, infatti, non sembrava essere campata per aria. Secondo TWS, quando MySpace scelse il proprio nome era conscio del fatto che il corrispettivo dominio inglese era già preso e dunque non può accampare diritti su di esso. In più la pubblicità in questione non viene scelta dalla società, ma da chi la fornisce in accordo con i metadati della pagina e con il nome del dominio e anche prima dello sfruttamento commerciale, identificato dalla corte come “abuso”, la pagina era usata per scopi pubblicitari.

Alla fine tuttavia l’arbitrato ha deciso che l’uso fatto da TWS non era legittimo e il pesce grande ha prevalso sul piccolo. MySpace avrà il suo dominio .co.uk e d’ora in poi, almeno per la legge britannica, nell’assegnazione dei domini non potrà non avere rilevanza l’uso che se ne fa.

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