Arriva un nuovo attacco alla libertà d’informazione sul Web. Il senatore Alessio Butti, seduto tra le fila del PDL, ha infatti presentato un disegno di legge per bloccare, di fatto, la proliferazione delle news in Rete. Come? Intervenendo sul diritto d’autore.
La normativa sul diritto d’autore risale a una legge del 1941, la 633, rivista più volte nel corso degli anni. La legge garantisce la possibilità di riprodurre in toto, o in parte, articoli di quotidiani su altre testate, purché se ne citi la fonte e solo nei casi in cui l’editore non abbia espressamente richiesto la riproduzione riservata dei contenuti. Butti vorrebbe oggi rimuovere questa possibilità.
Di primo acchito non vi sarebbe nulla di strano: la quasi totalità dei quotidiani cartacei oggi pubblicano in riproduzione riservata, quindi già godono delle protezioni stabilite dalla legge. Ma il decreto del senatore del PDL sembra volersi spingere oltre, inibendo anche la possibilità di pubblicarne degli estratti, come spesso si fa in caso di commento a una notizia, di citazione di un’intervista e molto altro ancora. E non è ancora tutto, perché pare che la normativa sottoposta imponga il divieto “tout court” di utilizzare articoli pubblicati da altre testate, rimanendo volutamente sul generico tanto da includere il semplice linking o l’utilizzo degli stessi come fonti. Facendo un esempio, qualora un giornalista Web decidesse di riprendere una notizia apparsa in mattinata sul Corriere della Sera, mantenendone l’argomento ma cambiando ovviamente il testo dell’articolo, rischia di imbattersi nel divieto. Divieto che può essere abbattuto solo pagando un lauto equo compenso ai detentori dei diritti.
Non si sta parlando, in questo caso, di articoli completamente copiati dalle loro sedi originali, di cui sembra anche legittima una forma di protezione, bensì di approfondimenti, analisi, rielaborazioni di contenuti apparsi altrove. Un fatto che, negli effetti, rischia di sancire la morte definitiva dell’informazione online, che spesso fa dell’approfondimento dei fatti di cronaca un vanto di cui la carta stampata – così come gli editori Web più blasonati, faticano a tenere il passo. Allo stesso modo, l’intervento normativo potrebbe limitare anche semplici servizi di indexing, come Google News, che ricadrebbero nel generico divieto di utilizzo della fonte con la loro funzione di raccolta dei link.
Di seguito, il testo del disegno di legge incriminato:
«Al di fuori dei casi di cui al comma 1, l’utilizzo o la riproduzione, in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo, di articoli di attualità pubblicati nelle riviste o nei giornali, allo scopo di trarne profitto, sono autorizzati esclusivamente sulla base di accordi stipulati tra i soggetti che intendano utilizzare i suddetti articoli, ovvero tra le proprie associazioni di rappresentanza, e le associazioni maggiormente rappresentative degli editori delle opere da cui gli articoli medesimi sono tratti. Con i medesimi accordi sono stabilite la misura e le modalità di riscossione da parte dell’editore del compenso dovuto.»