A stretto giro di posta ecco pubblicata la lettera di risposta con cui Yahoo risponde a Microsoft. «Dear Steve» è il saluto con cui Jerry Yang introduce il proprio discorso, una lunga analisi dell’offerta riassumibile in poche semplici parole: dateci più soldi e Yahoo è vostra.
«Dear Steve», Yahoo conferma di aver preso in considerazione la proposta recapitata da Microsoft in data 31 gennaio (resa pubblica l’1 febbraio) e ricorda di averla già respinta pochi giorni dopo con le stesse problematiche che impediscono oggi di chiudere la trattativa: il gruppo è sottovalutato ed ai piani alti del gruppo v’è il timore di non fare la cosa migliore per gli azionisti se i 31 dollari per azione fossero oggi accettati come richiesto da Redmond. Yahoo lo ammette con estremo candore: «qualsiasi transazione deve riflettere il reale valore di Yahoo, inclusi i benefici strategici per Microsoft, e secondo termini che possano offrire certezze ai nostri azionisti».
La lettera prosegue smentendo le sfumature decadentiste che Microsoft aveva dipinto nel quadro finanziario di Yahoo: il motore di ricerca sostiene di essere in linea con le attese, di avere ancora buone performance di mercato e di dimostrare giorno per giorno di valere di più. Non solo: se Ballmer dice che le parti si sono incontrate raramente e senza esiti, Yahoo controbatte ricordando a Ballmer che è stato presente almeno in un paio di occasioni ed ha potuto vedere come invece le trattative abbiano avuto ampiamente corso.
Le accuse sono anche ribaltate su Microsoft: Yahoo avrebbe richiesto precisi dettagli relativi alla normativa antitrust, ma da Redmond nessuno li avrebbe forniti. Yahoo dunque si ritiene libera da obblighi e usa anche quest’ulteriore arma per prendere ulteriore tempo.
«Siamo aperti a tutte le alternative che possano massimizzare il valore per gli azionisti. Per essere chiari, ciò include anche la vendita a Microsoft se quest’ultima presentasse un prezzo che riconosca pienamente il valore di Yahoo». Yahoo non sbatte la porta: chiede semplicemente e senza forzare la situazione, come preannunciato, un adeguamento dell’offerta. Ancora una volta, con una certa costanza nella propria linea strategica fin dal principio, Yahoo vuole semplicemente più danaro prima di mollare la presa. La situazione potrebbe tornare in surplace, ma lo sprint è destinato in ogni caso ad essere lanciato entro 3 settimane. L’ultimatum è stato messo in chiaro da Ballmer, gli azionisti attendono. Occhi puntati sull’apertura di Wall Street, ove nel pre-market YHOO scende di ben 2 punti percentuali sulla scia del giro di vite imposto da Microsoft alle trattative.